A 88 anni, Milena Vukotic fa un bilancio della sua carriera e ricorda il rapporto con i colleghi che l’hanno resa “la Pina” per tutti

Nei film del compianto attore, che impersonava il grandissimo Fantozzi, lei era “la Pina”, ovvero la rappresentazione di una donna “bruttina”, umile e devota al marito burbero e lavoratore, e lei era perfettamente calzante con la trama della saga: tuttavia, Milena Vukotic, in realtà, è incredibilmente bella. Non a caso ha posato per Playboy:

“Le foto erano accompagnate anche da un testo di Alessandro Blasetti che rifletteva sulla femminilità. Mi dissi: perché no? L’ho fatto anche per dimostrare che noi donne sappiamo essere tante cose insieme, che le etichette non servono, che possiamo trasformarci con libertà”.

Lo era bella e lo è ancora oggi a 88 anni: avete letto bene. 88! In un’intervista al Corriere della Sera, ci ha regalato qualche emozione ricordando i momenti condivisi con Paolo Villaggio, ma anche quelli in cui non è riuscita a dare il suo cento per cento in sostegno dell’attore, che pare ne avesse bisogno. Lo stesso attore che l’ha resa chi è oggi a livello popolare. Milena è una figlia d’arte, lo sapevate sì? “Madre pianista e compositrice, padre diplomatico ma autore di testi teatrali”.

Non solo. Orgogliosa, dice:

“Papà conosceva Pirandello. Conservo una lettera in cui il drammaturgo gli dava il permesso di tradurre le sue opere e di allestirle nella ex Jugoslavia. A casa nostra arrivano scrittori e artisti. Ho cominciato a suonare il pianoforte da bambina”.

Milena non è stata solo un’attrice, però. C’è stata la danza prima, che ha avuto un ruolo importante nella sua vita.

“A Parigi entrai in due tra le compagnie più prestigiose, quella di Roland Petit e quella del Grand Ballet du Marquis de Cuevas, per capirci la compagnia che accolse Nureyev dopo la sua defezione dall’Unione Sovietica”.

Il rapporto con Paolo Villaggio, il suo ruolo in Fantozzi

L’esplosione vera però arrivò grazie al mondo della recitazione: prima il teatro e poi il cinema, dove recitò anche per Federico Fellini, prendendo oltretutto parte a “Il giornalino di Gian Burrasca”, una delle trasmissioni più rilevanti della tv italiana. Si trattava di una miniserie con Rita Pavone, diretta da Lina Wermuller. Agli esordi, “feci un provino con Renato Castellani”. E le disse: “Per fare cinema o devi essere bella come la Lollobrigida o carismatica come la Magnani. Tu non sei nessuna delle due cose”. Quindi il grande successo con il personaggio che l’ha caratterizzata a vita, artisticamente parlando: Pina Fantozzi.

E, quindi, Paolo Villaggio, che entrò a gamba tesa nella sua vita: Milena sostituiva Liù Bosisio, la prima Pina della saga cinematografica.

“Ancora oggi, al mercato, mi chiamano Pina, ma va bene così, vuol dire che quel gigantesco affresco sociale che Paolo Villaggio ha costruito è davvero entrato nella pelle delle persone”.

Non si offende, lei. Un carattere meraviglioso, corroborato da un’espressività dolcissima e tenerissima. Lei, duttile, versatile e polivalente, è stata in grado di recitare anche nei panni di una prostituta in Bianco, rosso e Verdone. Interpretazione talmente impeccabile da essere rimasta nell’immaginario collettivo. Lei, la scena e il contesto. Insomma: quella sequenza di immagini quasi hot con il buon Mimmo (che poi racconta tutto alla tenera nonna, la Sora Lella) è un cult indelebile dalla memoria degli appassionati di commedia all’italiana. Una scena dalla quale ancora si estrapolano meme su meme sul web. Milena è stata poi la moglie del Conte Mascetti in Amici miei, e recitò dunque anche con Ugo Tognazzi. “Era un attore brillante e intelligente, accettava ogni critica, pure per i suoi film, salvo che quelle che riguardavano i suoi piatti”.

Ma, bando alle ciance, il vero collega dei colleghi è stato Paolo Villaggio. Colui che le permise il grande trampolino di lancio, l’esplosione del suo successo, valorizzato dal caratteristico personaggio pensato per lei. Com’era il buon Paolo? Curiosi di saperlo, raccontato dalla dolce attrice:

“Carattere molto difficile, ma con me è sempre stato corretto. Con lui e sua moglie Maura siamo stati molto amici, una sera li invitai a cena a casa mia e vennero anche Federico e Giulietta – Fellini con moglie (ndr) -. Fellini aveva detto che voleva il pesce persico al forno, io trovai solo le trote e allora a tavola cominciò una gag senza fine, con Fellini che chiedeva il caviale e Villaggio che voleva le ostriche”.

Paolo Villaggio, “agli occhi di tanti poteva sembrare anaffettivo”, ha detto ancora lei, ricordando il compianto collega che la scelse in prima persona dopo averla conosciuta nell’ambiente televisivo. “Pochi giorni dopo la parte era mia”. E riguardo quello che si diceva su di lui? “Era coltissimo, non penso che fosse anaffettivo”. Era solo un’impressione, suffragata sicuramente da un aspetto e un’espressività di un certo tipo. Che Paolo Villaggio fosse burbero lo si intuiva facilmente. Purtroppo, però, ricordare il collega riapre anche alcune ferite. Un rimpianto grande di Milena:

“Quando lui e Maura cambiarono casa, ci siamo scambiati qualche telefonata e, dalla voce, io sentivo che lui non era contento. Ma non siamo riusciti a vederci e allora mi dispiace di non essergli stata vicino quando lui era infelice”.

Infine, il personaggio di Filini “mi faceva tanto ridere”, interpretato magnificamente da Gigi Reder. E poi c’era Mariangela, la figlia nella fantasia, interpretata altrettanto bene da Plinio Fernando. “Mi telefona spesso ancora oggi che si è messo a fare lo scultore. Ne ha passate tante, poverino, ha perso presto entrambi i genitori”.

Continua a leggere su Chronist.it