Quest’anno il cult della commedia italiana Vacanze di Natale compie 40 anni e Jerry Calà ricorda con nostalgia i retroscena del film ambientato a Cortina
È il dicembre del 1983, esattamente 40 anni fa, e nelle sale italiane esce un film che avrebbe cambiato un certo tipo di commedia italiana, il titolo in questione è Vacanze di Natale di Enrico e Carlo Vanzina, con dei giovanissimi Jerry Calà e Christian De Sica. Prosecuzione spirituale di Vacanze d’inverno del 1959 con il grande Alberto Sordi, il film del 1983 arrivò nono al box office italiano.
E visto che quest’anno il cult dei fratelli Vanzina spegne ben 40 candeline, uno dei suoi protagonisti, Jerry Calà, torna a parlare dei retroscena di produzione, sempre da Cortina, intervistato da Sara D’Ascenzo del Corriere della Sera. L’attore ripercorre il viale dei ricordi affermando di provare un senso di nostalgia ogni volta che ascolta il brano I like Chopin. Considerando che lui e il personaggio che interpreta, Billo, siano più simili di quanto si creda. “Del me di quel periodo c’è tutto. Infatti la battuta “Non sono bello: piaccio” l’ho inventata io. Era la rappresentazione perfetta della mia immagine, di un ragazzotto degli anni ’80 che non era bellissimo ma con la sua simpatia, col suo savoir faire si dava da fare. Adesso un pochino la testa a posto l’ho messa. Un pochino, eh.”
Mentre per alcuni Vacanze di Natale può essere considerato il capostipite dei cinepanettoni, per l’attore non è affatto così. “No, per me non c’entra niente con quelli che sono venuti dopo, non mi stanco mai di dirlo: non è giusto chiamarlo cinepanettone. Questa è una signora commedia con tutti gli attributi. È stato un film che ha riportato la commedia di satira, di costume in un momento in cui il cinema era molto favolistico.”
La giornalista chiede, dunque, se un film del genere oggi passerebbe l’esame del “politicamente corretto“. E Calà risponde: “Per i canoni di oggi ci sarebbe sicuramente no. Ma rappresenta come si parlava in quel momento, negli anni ’80. Era sicuramente anche un po’ cattivo e affrontava temi che non si erano affrontati, come la “fluidità” del personaggio interpretato da Christian De Sica, che viene trovato a letto con il maestro di sci e si dichiara “bisex”. Alcuni erano perplessi, invece piacque tantissimo e abbiamo sdoganato alcune situazioni che oggi sono comuni.”
E riguardo il suo primo amore nel film, l’Ivana, si parla anche dell’attrice che la interpreta, cioè Stefania Sandrelli. “Stefania è una donna e un’attrice fantastica. Io ero emozionatissimo, per me lei era un mito: quando mi dissero che sarebbe stata la mia partner impazzii. La prima sera che girammo dovevamo subito baciarci. A me sudavano le mani. Lei mi guardò e mi disse: “Guarda Jerry che io i baci finti non li so dare”. “Figurati io.”
Ma com’è stato lavorare con Guido Nicheli, il mitico cummenda Donatore, celebre per ‘Alboreto is nothing‘? “Per noi era un guru. Uno che tutto il giorno sparava quei suoi motti, non recitava, era il suo modo di essere e di parlare. Così com’era nel film era nella vita, a parte non era un cummenda ricco, ma mi raccontava che in alcune situazioni, siccome era uno che aveva un bel portamento e si vestiva bene, riusciva a farsi scambiare per un capitano d’industria”.
Nel film il personaggio di Billo ci provava con tutte ma con il personaggio di Moana Pozzi andava in bianco. “Capita anche ai migliori.” Ironizza l’attore. “Moana Era una ragazza dolcissima, una grande professionista. Nella scena che girammo fu anche brava, naturale.”