Giorgio Panariello nel corso del tempo ha raccontato più volte, in diverse interviste, molti retroscena della sua sfortunata infanzia, parlando di sé, del suo passato, della famiglia e in particolare di suo fratello tossicodipendente Franco, deceduto a dicembre 2011 sul lungomare di Viareggio.

Il racconto dell’infanzia dell’attore toscano

L’autore Toscano 62enne, in collegamento con “I Lunatici” su Rai Radio 2, ha ripercorso i primi anni della sua vita: “Sono stato adottato dai miei nonni perché mia madre se ne è fregata di me. Era una ragazza madre, non sapeva come gestire la cosa, mi ha lasciato all’ospedale. I miei nonni sono venuti a prendermi e mi hanno portato in Versilia con loro”.

Tuttavia, si è sempre ritenuto fortunato al contrario di suo fratello, scomparso tragicamente nel 2011 e che ha lottato a lungo contro la dipendenza da sostanze stupefacenti: “Un anno dopo di me è nato mio fratello, ma i miei nonni avevano già 5 figli, non potevano tenere in casa un altro ragazzino, perché mia madre aveva lasciato anche lui. Non potevano adottarlo e lo hanno messo in collegio. Poi nel tempo ci siamo ritrovati. Ho avuto un’infanzia dura, difficile, ma non infelice. I miei nonni non mi hanno fatto mancare niente. Purtroppo, non hanno potuto fare la stessa cosa con mio fratello”.

Potrebbe interessarti anche: Carlo Verdone e quell’incontro con Sora Lella: “Ecco perché ho scelto lei”

La rivelazione: “Mi proposero di provare, l’avrei fatto anche solo per dimostrare a mio fratello che avrei avuto la lucidità di non diventarne schiavo”

Panariello ha raccontato in modo più approfondito il rapporto con il fratello tossicodipendente nel libro “Io sono mio fratello” edito a novembre 2020. Nello specifico fanno discutere alcuni passaggi in cui l’attore rivela di essere stato a un passo dal provare l’eroina: “Una sera mi proposero di provare, l’avrei fatto anche solo per dimostrare a mio fratello che avrei avuto la lucidità di non diventarne schiavo. L’avrei fatto se non ci fosse stato un piccolo particolare a salvarmi: non si trattava di polvere, ma di un cristallo da sciogliere su un cucchiaino. Quel rito mi inorridì, era il punto di non ritorno, trovai una scusa e me ne andai”.

Potrebbe interessarti anche: Carlo Verdone e i bucatini di Sora Lella: “Andammo tutti dal medico”

Il fratello tossicodipendente di Panariello morì d’ipotermia a Viareggio nel dicembre 2011, in seguito a una cena con amici: “lo hanno lasciato sul lungomare di Viareggio come un vecchio materasso”

Il fratello è poi venuto a mancare, morendo di ipotermia, qualche anno dopo, sul lungo mare di Viareggio, il 26 dicembre 2011. A tal proposito Panariello scrive: “L’ho visto l’ultima volta prima della Vigilia di Natale, si era già disintossicato, aveva trovato lavoro e stava bene. Era rifiorito. Poi è arrivata quella telefonata di Carlo Conti: Tu hai un fratello che si chiama Francesco? No Franco, risposi. Ma misà che è lui, disse Conti. Corsi a Viareggio all’obitorio. Non è morto per overdose, si è sentito male durante una cena con amici e lo hanno lasciato sul lungomare di Viareggio come un vecchio materasso. È morto per ipotermia”.

L’attore toscano, infine, ha concluso svelando di essersi per anni sentito in colpa per essere nato un anno prima del fratello e soprattutto per via della sua popolarità, ma che in seguito, scoprendo che Franco era fiero di lui, è riuscito a mettere da parte il senso di colpa che lo tormentava.

Continua a leggere su Chronist.it