L’amore condiviso con l’amico per Sabrina Salerno, a sua volta impegnata in una presunta “storia” con Silvio Berlusconi: Gigi Sammarchi a 360 gradi
Intervistato da Fanpage.it, Gigi Sammarchi, storico componente del duo “Gigi e Andrea”, insieme a Roncato, ha raccontato diversi aneddoti della sua carriera, tra i quali non è mancato quello con Sabrina Salerno. “L’unica donna che ci siamo contesi”, ha spiegato l’attore, mentre raccontava di non aver mai litigato con il suo amico. “A me piaceva moltissimo, ma c’era sempre Andrea che le faceva il filo, le stava sempre attaccato. Qualche tempo fa, eravamo a cena proprio io e Sabrina e mi confessò: “Ti ricordi che Andrea mi stava sempre addosso?”. Altroché se Sammarchi lo ricorda: “A me però piacevi tu”, le ha detto l’attrice. Oggi Gigi si mangia i gomiti, come si suol dire. A 74 anni d’età non può che riconoscere che si tratti di “acqua passata”.
“Si diceva che la Salerno stesse con Berlusconi”
Al di là di altri spezzoni di intervista, l’attenzione viene posta nuovamente su Sabrina Salerno e il rapporto con le donne in generale. “Era sempre Andrea che si buttava per primo e io non gli ho mai fatto concorrenza in nessun modo”. A parte “una volta”. La memoria torna “agli anni di Grand Hotel e c’era Sabrina Salerno”. Al tempo non sapeva che l’attrice fosse interessata a lui. “Si è sempre detto all’epoca che lei avesse una sorta di storia proprio con Silvio Berlusconi. Magari una leggenda metropolitana, ma io ci stavo attento e avrebbe fatto bene a starci attento anche Andrea. Ma di fatto, nessuno cavò un ragno dal buco”.
L’aneddoto su Paolo Villaggio
C’è tempo spazio e modo di parlare anche di un altro grande artista che purtroppo oggi non c’è più: Paolo Villaggio. “Noi abbiamo lavorato con lui sia in televisione che al cinema. Era un personaggio eclettico, era genio e sregolatezza”. Non sono parole nuove per chi conosce il mitico interprete del ragioniere più famoso d’Italia: era “molto intelligente e geniale, ma poi faceva cose fuori di testa. Credo lo facesse per trasgredire le regole”.
“Una volta ci invitò a un ristorante giapponese. Erano i primi tempi, non avevamo mai mangiato giapponese, lui ci rassicurò: “Venite, venite, che si mangia benissimo”. Quando arrivammo lì, noi ordinammo giapponese, lui tirò fuori un panino al salame dalla borsa”.
