“Messina lo ha dimenticato presto, anche dopo la morte”: il riferimento è ad un grande caratterista siculo, l’ultimo dalla Sicilia, Tano Cimarosa. Era uno del popolo, se lo si incontrava al bar di piazza Indipendenza, era solito offrire pasti ai colleghi meridionali, ai quali raccontava aneddoti. Per chi è cresciuto nel mito di Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Lino Banfi, Terence Hill, Bud Spencer, Adriano Celentano e tanti altri personaggi della commedia italiana, il nome di Tano Cimarosa rappresenta senza se e senza ma Turi Randazzo. Chi è? Da non scherziamo. Vogliamo però stare al gioco. Anno 1975. Regia di Ciccio Ingrassia che peraltro è anche il principale protagonista. Invece, Pasqualino Abate era il suo più acerrimo nemico? Si, è proprio lui. Turi Randazzo, interpretato da uno straordinario Tano Cimarosa, era l’avversario politico di Pasqualino Abate (Lino Banfi), sindaco della cittadina di Santa Lucia in provincia di Roma.
La carriera e la biografia di Tano Cimarosa
Tano Cimarosa il cui vero nome all’anagrafe era Gaetano Cisco, è nato a Messina il 1° gennaio del 1922 ed è deceduto il 24 maggio del 2008. È ricordato com’è un ottimo attore italiano ma è stato anche regista e sceneggiatore. La sua era una famiglia indirizzata al mondo dell’arte della recitazione tant’è che anche i fratelli Michele e Giovanni si sono occupati di teatro e di cinema seppur con minor successo. Per realizzare il suo sogno di lavorare nel cinema, Gaetano dovette lasciare l’amata terra natia e trasferirsi a Roma nei primi anni cinquanta. Nelle pellicole quasi sempre ha rappresentato il tipico siciliano con carattere fortemente istintivo e sanguigno.
Ha saputo dimostrare versatilità perché ha portato in scena tanti personaggi sia in pellicole drammatiche sia in quelle comiche, riuscendo a far emozionare e divertire. L’esordio sul grande schermo arriva nel 1955 con il cineasta Romolo Marcellini nel film Il tesoro di Rommel. Dopo questa esperienza dovrà attendere gli anni ‘60 per ritornare ai botteghini. Lavora al fianco di Franco e Ciccio, prima nel 1966 con I due parà e quindi nel 1967 con Il lungo, il corto e il gatto. Entrambe le pellicole sono state dirette da Lucio Fulci. Una prima svolta della sua carriera arriva però nel 1968 con il regista Damiano Damiani che gli affida il personaggio del mafioso Zecchinetta nel celebre film Il giorno della civetta.
Gli ultimi anni di Cimarosa, scordato dalla sua Messina
I lavori cinematografici si moltiplicano e si ritrova a collaborare con tanti grandi artisti come Alberto Sordi. Sempre nel 1968 sarà nel cast de Il medico della mutua, nelle vesti di un padre di una famiglia molto numerosa. Poi nel 1969 ritorna a collaborare con Damiano Damiani stavolta nella pellicola La moglie più bella, nei panni di Gaetano Cimarosa che nell’occasione è il papà di Francesca (Ornella Muti). Ci sono altri grandi film in cui ha recitato tra cui spiccano Bello, onesto, emigrato Australia, sposerebbe compaesana illibata, Detenuto in attesa di giudizio e Pane e cioccolata.
Ci sono poi diverse commedie che lo hanno visto come caratterista tra cui Per grazia ricevuta, Cafè Express, Sfrattato cerca casa equo canone e Anni 90 – Parte II. Molti lo ricorderanno in Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e nel personaggio di zio Carmelo del maresciallo Cecchini (Nino Frassica), improvvisamente comparso nella serie Don Matteo. Con Giuseppe Tornatore ha anche collaborato in L’uomo delle stelle uscito nel 1994 e Una pura formalità, nelle sale l’anno successivo. Insomma, un pezzo di storia di un cinema che oggettivamente non c’è più.