Adriano Celentano è per tutti il molleggiato ma anche il ragazzo della via Gluck per via della sua celebre canzone ispirata al quartiere dove viveva, una zona milanese che ha regalato al mondo dello spettacolo un altro grande artista, peraltro imparentato con Celentano: stiamo parlando di Gino Santercole. Nonostante tra lui e Celentano ci fossero soltanto due anni di differenza, tecnicamente Gino è il nipote biologico di Adriano Celentano. Infatti, lui è figlio di Rosa Celentano, sorella maggiore di Adriano nata nel 1917 e scomparsa nel 2003. Adriano e Gino hanno condiviso un lungo pezzo di carriera e di lavori musicali e cinematografici.

La storia di Gino Santercole


Gino Santercole il cui nome all’anagrafe è Luigi, è nato a Milano il 23 novembre del 1940 da una famiglia di origini pugliesi trasferiti al Nord per motivi di lavoro. Sua mamma era Rosa Celentano, sorella di Adriano. Anche il giovane Gino cresce nella via Gluck condividendo molti momenti di giovinezza con lo zio. Sarà costretto a passare qualche anno in collegio per via della prematura dipartita del padre. Racconterà in una lunga intervista di qualche anno fa che proprio zio Adriano sarà uno dei pochi che lo veniva a trovare in collegio. Peraltro gli regalò, una volta, anche un fucile giocattolo. Anche Gino aveva nel sangue il Rock’n’Roll tant’è che, da semplice appassionato, riesce a imparare da autodidatta a suonare la chitarra. I suoi inizi nel mondo dello spettacolo sono di marchio musicale e legati allo zio.

Farà parte della band Rock Boys, fondata da Adriano, nella quale venne chiamato per sostituire Ico Cerutti. Il progetto permetterà di dar vita poi al gruppo de I Ribelli. Successivamente Gino Santercole decise di diventare un solista. Era il 1964 quando si proponeva con il disco Attaccata al soffitto/se vorrai. Lascia definitivamente I ribelli e verso la fine del 1964 e nei primi mesi del 1965 ottiene un buon successo con la canzone Stella d’argento che era una cover di un importante brano di genere rock, Eve of Destruction. Seguendo un po’ le orme dello stesso Adriano Celentano, anche Gino Santercole si interessa alla recitazione. La prima esperienza è del 1961 con il regista Piero Vivarelli nel film Io bacio… tu baci.

Gino e la recitazione: seguendo le orme di Adriano Celentano

Nel 1964 collabora con Adriano che si occupa della regia della pellicola Super rapina a Milano di cui è anche protagonista. Nel 1968 è sempre al fianco di Adriano Celentano nel film Serafino per la regia di Pietro Germi in cui interpreta il personaggio del caporale. Qualche mese più tardi viene inserito da Ettore Scola per il suo film drammatico Il commissario Pepe nel quale c’erano Ugo Tognazzi, Silvia Dionisio e Giuseppe Maffioli. Nel 1971, diretto da Sergio Corbucci, recita in Er più storia d’amore e di coltello con Adriano Celentano e Claudia Mori. La sua carriera cinematografica è poi stata caratterizzata da ottimi film di commedia e non solo, soprattutto negli anni ‘70.

Tra le pellicole più importanti ricordiamo Il delitto Matteotti, Il sindacalista di Luciano Salce, Sesso in testa di Sergio Ammirata e Yuppi du sempre di Adriano Celentano. Inoltre, è stato scelto per recitare in Milano odia: la polizia non può sparare, Viaggio con Anita di Mario Monicelli, Mani di velluto diretta da Castellano e Pipolo, Profumi e balocchi, Sono fotogenico per la regia di Dino Risi, Switch di Giuseppe Colizzi e Amor vuol dire gelosia. Molti lo ricorderanno anche nella miniserie televisiva del 1982 intitolata Marco Polo. Gino Santercole si è spento l’8 giugno 2018 a casa sua a Roma per un infarto.

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