In questo nuovo appuntamento con il mondo della commedia italiana vogliamo raccontarvi di un regista e sceneggiatore che ha dato tantissimo a questo filone cinematografico regalando pellicole che sono rimaste per sempre nella storia: il riferimento è al cineasta romano Camillo Mastrocinque, nato l’11 maggio nel 1901 e deceduto il 23 aprile del 1969. Il suo nome appare in tantissimi film degli anni ‘50 e ‘60 con tante importanti collaborazioni con artisti leggendari come Totò, Peppino De Filippo, Vittorio De Sica, Nino Taranto e molti altri. Un personaggio straordinario che aveva una passione viscerale per tutto quello che riguardava il cinema tant’è che oltre ad occuparsi della regia e della scrittura della sceneggiatura è stato anche un ottimo montatore e scenografo.

La vita e la carriera di Camillo Mastrocinque


Camillo Mastrocinque era un grande appassionato di cinema fin dalla gioventù tant’è che decise di trasferirsi e in Francia per iniziare a lavorare in questo settore nelle vesti di scenografo. Dopo alcuni anni ritorna in Italia ed esordisce come aiuto regista. L’anno è il 1936 e si ritrova a coadiuvare Guido Salvini nella realizzazione della pellicola Regina della scala con Margherita Carosio, Nives Poli, Giuseppe Addobbati e Mario Ferrari. Era un cinema differente da quello attuale anche perché i protagonisti si trovava ad avere a che fare con un’Italia in piena epoca fascista che stava preparandosi a entrare in guerra. Nel 1937 dirige il suo primo lavoro in maniera indipendente intitolato Voglio vivere con Letizia nel quale c’erano Assia Noris, Gino Cervi e Umberto Melaniti.

Molti di questi nomi sono praticamente sconosciuti alle nuove generazioni se non nel caso di grandi appassionati di cinema d’autore, ma erano dei validi artisti sempre eleganti e perfetti come tempi di sena. Sempre a cavallo tra la fine degli anni ‘30 e i primi anni ‘40 si occupa di altri film come Inventiamo l’amore in cui c’era ugualmente Gino Cervi, L’orologio a cucù con Vittorio De Sica e Oretta Fiume, Bionda sotto chiave e molti altri.

Terminata la Seconda Guerra Mondiale, è tempo di ricostruire il Paese e questo sentimento di voler ripartire si apprezza in tutti i contesti, compreso quello cinematografico con Camillo Mastrocinque che nel 1947 dirige Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Galeazzo Benti e Laura Solari nel film commedia Il vento m’ha cantato una canzone. Ci sono delle pellicole interlocutorie in questo periodo per Camillo Mastrocinque prima di avviare una collaborazione che diventerà storica con il principe della risata.

La svolta al cinema da regista, il sodalizio con Totò

Nel 1954 lo dirige in Totò all’inferno mentre qualche mese più tardi propone Alvaro piuttosto corsaro con un grande Renato Rascel e altri personaggi famosi dell’epoca. Nel 1955 sempre con la collaborazione di Totò, nasce il film Siamo uomini o caporali?

Per molti Questo è un momento di svolta che darà vita ad una serie impareggiabili di commedie che faranno divertire milioni di Italiani come Totò, Peppino e fuorilegge, Totò Lascia o raddoppia? Totò, Peppino e la malafemmina, La banda degli onesti, Totò, Vittorio e la dottoressa e Totò a Parigi. Un periodo d’oro che verrà prolungato ulteriormente con altri film come La cambiale, Domenica è sempre domenica, Il corazziere, Totò truffa 62, I motorizzati, La più bella coppia del mondo e infine Totò Story che è stato il suo ultimo lavoro, realizzato insieme a Mario Mattoli che è stato un altro grande regista italiano che si è dedicato tantissimo al genere commedia di questo periodo.

Tra l’altro da segnalare che Camillo Mastrocinque compare in quattro pellicole di una certa importanza come attore. Nel 1946 recita in Roma città libera di Marcello Pagliero interpretando il ruolo di un signore che a un certo punto compare con la sua auto. Nel 1949 è diretto da Pietro Germi nella pellicola In nome della legge in cui è il Barone Lo Vasto, nel 1960 compare nel suo film Il corazziere con un piccolo ruolo e infine nel 1963 nella pellicola Gli imbroglioni per la regia di Lucio Fulci nelle vesti di un avvocato che difende il commendatore Spianella interpretato da Claudio Gora.

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