Non delude i fan che lo attendevano tantissimo: Carlo Verdone riscuote successo anche al Salone del Libro di Torino e fa un annuncio importante riguardo il suo prossimo rientro al cinema
“Vorrei tornare al cinema, speriamo che riprenda per lo meno quello italiano”: parola di Carlo Verdone. Era tra gli ospiti più attesi al Salone del Libro di Torino, e lui ha sfornato una dichiarazione che farà senz’altro felici i suoi fan. “Ora con Vita da Carlo 2 spero di aver fatto una stagione qualitativamente superiore alla prima”, continua l’attore romano. “Sono piccoli film – parlando ancora della serie – ma chiusa la terza e la quarta stagione, per forza che torno al cinema, devo fare gli ultimi colpi”.
Dunque, se tutto andrà come previsto dallo stesso Carlo, ci aspettano un altro paio di anni della sua versione seriale prima di tornare ad apprezzare i nuovi lavori sul grande schermo. Ad intervistarlo nel capoluogo piemontese è Paolo di Paolo, che gli chiede cosa ne pensa del libro “Cinema neorealista”, di papà Mario, ripubblicato dalla Treccani. Si affrontano diversi temi, si parla di depressione. “Ma io non sono un depresso, ho un temperamento crepuscolare, leopardiano”, spiega Verdone.
Compagni di scuola: “Gran film, ma per Cecchi Gori non era così. Mi lanciò il copione in faccia”
Prova a razionalizzare: “Forse perché ho avuto tanti dolori da piccolo Mi è rimasto dentro che la vita non può essere tutta una risata, è fatta anche di sconforto e solitudine”. Si tratta del suo alter ego triste, mostrato a più riprese anche al cinema. “I produttori che contano le risate suscitate, sono da scartare, è intrattenimento per un pubblico alla buona”. Su Compagni di scuola: “Un gran bel film dice chi allora mi ha criticato”. Il riferimento è chiaro: “Cecchi Gori mi lanciò il copione in faccia”. Un aneddoto che Verdone ha raccontato a più riprese in passato.