Semplicemente “una nullità”: ecco come la Guzzanti si sarebbe sentita trattata dalla bella e compianta collega Moana Pozzi. L’intervista alla comica
Le hanno rubato la pagina Facebook che le fa auto-guadagnare il titolo di “polla”: Sabina Guzzanti sviscera ogni tema e parla di quello strano incontro con Moana Pozzi, della quale rimase particolarmente delusa per essersi sentita trattata come “una nullità”. La bellissima attrice la guardava “dall’alto in basso”, con una presunta aria di superiorità. Sabina ricorda quel momento, quella serata, quegli istanti. Era il periodo dopo il suo debutto televisivo del 1987, lei proveniva da “Proffimamente non stop”, di Enzo Trapani. Quando Antonio Ricci la chiamò per la seconda serata di Italia 1, programma “Matrioska”, “c’era Moana Pozzi”. Il bello è che Sabina non conosceva il programma: “Non l’ho mai guardato”. Riconosce come l’artista fosse “bellissima” ma anche come, al contempo, avesse un’aria altezzosa, sicuramente poco incline alla convivialità e alle normali convenienze della situazione. Quanto meno nei confronti della comica, oggi 59enne. “Io un giorno mi avvicinai per parlarle, tanto per fare conversazione”, una normale forma di rispetto. Erano quasi coetanee, Sabina era più giovane di pochi anni.
I litigi con Antonio Ricci
Ma da subito comprese che qualcosa non andasse: “Lei – intanto (ndr) – mi guardò dall’alto in basso come si guarda una nullità. Poi se ne andò senza dire una parola”. Collaborò con Moana in “Matrioska”, e fu proprio in quel momento che maturò questi pensieri. Lo ha raccontato nella recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, dove si è lasciata andare ai ricordi. “Ricci era geniale – spiega – sapeva, e sa, fare la televisione”. Era il regista dello show. Con Antonio c’è sempre stato un rapporto di cosiddetto amore/odio. “Negli anni – conclude – ci siamo scontrati più volte, io ho criticato il suo Striscia La Notizia, gli ho detto che per me non era satira. Però le sue capacità sono fuori discussione”.