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Jerry Calà racconta la serata dell’infarto: “Dolore dopo mangiato, credevo fosse una congestione”

Jerry Calà racconta la serata dell'infarto: "Dolore dopo mangiato, credevo fosse una congestione"

Jerry Calà racconta la serata dell'infarto: "Dolore dopo mangiato, credevo fosse una congestione"

Il pericolo ora sembra scampato, ma Jerry Calà dovrà tornare alla vita di tutti i giorni in maniera graduale, dando prevalenza al riposo e senza stressarsi molto: quella notte, non era congestione ma infarto. Eppure, per qualche minuto, il 71enne lo ha creduto davvero. Ci riuscirà a rallentare i ritmi l’attore, definito dal suo manager “un leone in gabbia”? Deve riuscirci. L’infarto che lo ha colpito è troppo recente per abbassare la guardia sebbene il pericolo sembri scongiurato.

Intervistato anche dal Messaggero, l’attore ha ripercorso passo dopo passo la serata del malore. “Alla fine della giornata – dice – concluse le riprese, ho mangiato da solo nella mia camera d’hotel e poi ho avvertito un dolore crescente. Faceva freddo, ho pensato a una congestione e ho telefonato a Varriale che a sua volta ha chiamato il 118”.

La sua tipica verve comica e il suo carattere esuberante non nascondono la paura provata. Anzi, è lui stesso ad ammettere che “non è stata una passeggiata di salute: ho avuto un infarto acuto”. Alla fine è stato curato grazie “ai tempestivi soccorsi e ai formidabili specialisti della Clinica Mediterranea di Napoli”.

Jerry Calà: “Tanto affetto dopo l’infarto”

Nonostante già durante il ricovero l’attore abbia dovuto porre un freno ai commenti “sconsiderati” dei no-vax, che associavano il malessere alla vaccinazione contro il Covid-19, e l’insofferenza per alcuni titoli giornalistici un po’ troppo allarmisti, alla fine, tirando le somme, Calà si ritiene soddisfatto della “grande ondata d’amore” ricevuta.

“Mi ha sorpreso”, ammette. Scampato il pericolo, adesso l’attore dovrà ridimensionare anche i propri obiettivi di vita. “Cosa mi ha insegnato questa avventura? Che alla mia età devo rallentare il ritmo: 120 spettacoli all’anno sono troppi”. Il suo sogno? “Voglio stare bene e dimenticare l’infarto. Ancora mi sveglio di soprassalto con il ricordo di quella notte… E mi piacerebbe fare l’attore in una fiction”.

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