Nel 2016, Paolo Genovese, regista di “Perfetti sconosciuti“, diceva: “Si vuole raccontare come le persone che ci stanno vicine non le conosciamo fino in fondo e come, a volte, basterebbe sbirciare in un cellulare per riuscire a tirare fuori cose non si vogliono o non si possono dire, aspetti inediti delle persone”.

“Perfetti sconosciuti” è un film che riesce ad amalgamare sapientemente diversi elementi narrativi. Imitato, copiato e da Guinness World Record con i suoi oltre 20 remake, il film, diretto dal regista Paolo Genovese si presenta come una commedia corale, con una trama che si sviluppa nell’arco di una sola notte e che si snoda attraverso il dialogo e l’interazione tra un gruppo di amici di vecchia data.

La pellicola riesce ad intrigare sin dalle prime scene, grazie a un’abilità narrativa che, pur mantenendosi sempre leggera e mai invadente, riesce a coinvolgere lo spettatore e a trasmettere una serie di emozioni differenti.

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Perfetti sconosciuti, un film “che vuole far riflettere”: le parole di Genovese

“Perfetti sconosciuti è un film che parla di relazioni e di come queste possono essere messe alla prova dall’era digitale”, così Paolo Genovese parlando del suo gioiellino. “Volevo fare un film che parlasse della nostra contemporaneità e del modo in cui la tecnologia ha cambiato le nostre vite”. Oggi, siamo ad un punto ben più avanzato del 2016, data d’uscita del film. “Mi interessava esplorare il tema della trasparenza e del fatto che spesso non conosciamo veramente le persone che abbiamo accanto”

Il cast, composto da attori di grande talento e personalità, riesce ad interpretare alla perfezione i vari personaggi di Perfetti sconosciuti, e a donare ad ognuno di essi una profondità psicologica ed emotiva che non può non colpire lo spettatore: Paolo Genovese ha fatto centro. Ma ciò che rende “Perfetti sconosciuti” un’opera cinematografica unica nel suo genere è la sua capacità di affrontare tematiche profonde e attuali, come la dipendenza dalla tecnologia e la difficoltà di comunicare e di esprimere i propri sentimenti in un mondo sempre più virtuale e distante.

“Siamo tutti perfetti sconosciuti, anche a noi stessi. E la tecnologia può far emergere lati di noi che magari preferiremmo tenere nascosti”. Il film ha successo per molti motivi, ma in particolare, Genovese ha tenuto a dire: “Ho cercato di raccontare questa storia con ironia e leggerezza, senza giudicare i personaggi ma semplicemente mostrando le conseguenze delle loro scelte”. Infine: “Sono molto contento del successo del film, penso che abbia colpito le corde giuste e che abbia fatto riflettere il pubblico sui temi che affronta”.

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