Come dimenticare il dolce volto di Irina Sanpiter, conosciuta da tutti come la Magda di “Bianco, rosso e Verdone“, moglie di Furio Zoccano, il pedante e logorroico marito funzionario romano residente a Torino. Irina, morta 4 anni fa a 60 anni, è nata a Mosca il 27 settembre del 1957. Prima di diventare Magda aveva lavorato in qualche corto e lungometraggio e in qualche comparsa come per “Mani di Velluto“, del 1979, e “La Terrazza“, di Ettore Scola, del 1980. Dopo l’esplosione del suo personaggio in “Bianco, rosso e Verdone” prese parte in “Lacrime napulitane” ma purtroppo il successo terminò presto quando scoprì un linfoma e fu costretta ad abbandonare le scene a causa della malattia che l’aveva colpita a soli 27 anni. Il periodo in cui era malata, però, restava attiva nell’organizzazione di concerti ed eventi musicali. Il tumore l’ha accompagnata per gli ultimi 30 anni di vita.

Il provino per “Bianco, rosso e Verdone

Il giorno dei funerali Carlo disse: “Irina è stata un’ottima compagna di lavoro. Una persona molto buona, molto professionale, gentile, sempre spiritosa e molto ironica. La ricorderò per questo“. Sergio Leone la vide e disse: “Domani fatti vedere da un ragazzo che sta facendo un film con me, si chiama Carlo Verdone“. Si conobbero tramite il regista romano. “Me la segnalò Sergio in quanto era parente di una sua amica, la moglie dello sceneggiatore Giorgio Arlorio, che era russa. Questa ragazza faceva teatro a Mosca e venne a trovare la cugina a Roma“.

Infatti Irina giunse in Italia proprio grazie ad un regalo di laurea dello zio, il papà della cugina che la ospitò nella Capitale. A “Il Giornale” l’attrice raccontò che nei primi giorni di permanenza a Roma andò a “spiare le riprese de ‘La città delle donne‘ di Federico Fellini“. Poi fece un salto anche alla “scuola di Proietti“.

Irina Sanpiter non parlava italiano e fu doppiata al montaggio, da Solvejg D’Assunta. Qualcosa di non così scontato visto come la sua interpretazione risulti così perfettamente calzante, in linea con il personaggio e le sue caratteristiche, compresa la voce facilmente associabile al bel volto dell’attrice. Al casting in realtà però Irina non fece una bella impressione e fu scartata. Ma, fatalità, quando l’indomani tornò sul luogo dei provini per riprendersi le due fotografie che aveva presentato, fu l’occasione per farsi notare da Sergio Leone e Carlo Verdone. Irina ottenne così la parte.

Mando due fotografie in bianco e nero, terribili. E mi scartano – raccontava la stessa attrice russa – Anche se brutte, sono le uniche due foto che ho e mi servono. Così vado a Cinecittà per riprenderle. Busso, c’è una riunione. Apre Sergio Leone e mi fa aspettare“. Fu il momento che cambiò tutto: “Il tuo turno è tra quindici minuti“.

L’ho scelta per via di quegli occhioni dolci e malinconici che dovevano essere una caratteristica della mia Magda – ha scritto Carlo Verdone sui social il giorno della scomparsa – Ma anche perché era sempre allegra, spiritosa, ironica. Grazie Irina per aver condiviso con me una bella commedia rimasta nel cuore di tanti spettatori“.

Irina Sanpiter: età della morte, Tony Evangelisti, il coniuge

Irina è morta a 60 anni. Ci fu un particolare evento che le cambiò la vita: la conoscenza di Tony Evangelisti, manager e producer. “Ho vissuto la malattia come un segno di Dio, non tutte le cose vengono per nuocere – disse nel 2011 a “Libero” – In quel momento, proprio in quel momento, conosco Tony Evangelisti che mi cambia la vita. Mi fa rinascere. Mi sopporta, mi sostiene, mi ama. Siamo inseparabili da 27 anni e lavoriamo insieme“.

I due si unirono in matrimonio in grande segreto. Era un “matrimonio in tre“: ovvero “io, lui e Dio in una chiesa“. Si giurarono amore eterno guardandosi “negli occhi” e tirandosi “il riso“: “Il momento più emozionante della vita“.

Sulla sua malattia e la morte incombente aveva spiegato di essere “preparata” essendoci stata “vicina” per “due volte“. “La mia missione, quando sono in ospedale, è stata quella di dare speranza agli altri, un malato si fida solo di un altro malato – raccontò Irina a “Libero” – Mi presento truccatissima, con telefonino e computer come se andassi in ufficio. Mi cambio da sola le flebo e poi coinvolgo tutti. Parliamo, scherziamo, ci incoraggiamo. E quando vedo che a qualcuno si illuminano gli occhi sono felice. Fa bene anche a me stessa“.

Continua a leggere su Chronist.it