Il secondo tragico Fantozzi è uscito nelle sale italiane nel 1976, di nuovo per la regia di Luciano Salce. È il secondo e ultimo film della saga “fantozziana” che il regista dirige. Paolo Villaggio proseguì nell’interpretare il celebre ragionier Ugo dopo il grande successo del primo film. La maschera funzionava. Il film è passato alla storia per diverse scene memorabili ma è innegabile che sia ricordato prevalentemente per “La corazzata Potëmkin” che il ragioniere chiama “Kotiomkin” (la produzione non ottenne i diritti per utilizzare la pellicola del 1925 nel film), e soprattutto per il commento di Fantozzi con quel “cagata pazzesca!” valso “92 minuti di applausi“.
La scena è così forte, che è spesso riutilizzata nell’attualità (anche come meme). Talmente apprezzata che rischia di oscurare il grande messaggio del film che segue il filone del primo, raccontando la società del tempo. Per alcuni questo è il miglior film della saga, per altri rientra tra i migliori di tutte le 10 pellicole “fantozziane“.

Il ragionier Ugo prosegue nelle sue disavventure ed esilaranti situazioni, proprio come accadeva nel primo film. Lavora di notte per coprire l’orario di lavoro del suo superiore che intanto si concede le sue scappatelle. Poi di giorno gli impiegati entrano a lavorare spingendo dentro il ragionier Ugo che dunque non riposa mai. Va a cena col direttore Conte Corrado Maria Lobbia e ne succedono di ogni. Poi va a caccia e la situazione degenera diventando una ‘guerra‘ tra cacciatori. Viene scippato della vincita di 700mila lire dallo stesso Duca Conte Semenzara che accompagna al casinò. Deve rinunciare alla partita dell’Italia di quel “sabato 18, ore 20.25” per seguire un noioso cineclub aziendale. Resta intrappolato in un contesto familiare dal quale non sa evadere, mentre strizza l’occhio alla signorina Silvani.
Il film, come per il primo capitolo, è molto attuale ancora oggi a 46 anni di distanza. Forse oggi più che mai. Dopo la scomparsa dell’attore protagonista la critica ha sottolineato maggiormente la genialità di questa pellicola più di altre, probabilmente per come viene analizzata la società dell’Italia dell’epoca. Una rappresentazione anche grottesca ma senza repliche dopo la creatura scritta da Villaggio.
Il secondo tragico Fantozzi: “La corazzata Kotiomkin“

“Sabato 18, alle ore 20:25, in telecronaca diretta da Wembley, Inghilterra-Italia, valevole per la qualificazione della Coppa del Mondo. Fantozzi aveva un programma formidabile: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato, rutto libero.” Fin quando non suona il telefono:
- Pina: Ugo.
- Fantozzi: Eh?
- Pina: Credo che non potrai vedere la tua partita, questa sera.
- Fantozzi: Come?
- Pina: Dobbiamo uscire.
- Fantozzi: Chi?
- Pina: Il dottor Riccardelli.
- Fantozzi: No!
- Pina: Mi ha detto il ragionier Filini che dobbiamo andare immediatamente a vedere un film cecoslovacco.
- Fantozzi: Nooo!
- Pina: Ma con sottotitoli in tedesco.
- Fantozzi: No!”
La scena è stata ispirata da un episodio realmente accaduto all’immenso Paolo Villaggio. Raccontò che durante un incontro di cinefili un professorone dichiarò che il film di Ėjzenštejn, appena proiettato, era il più bello di tutti tempi. Il tecnico però poi rivelò di averlo proiettato al contrario. Durante il periodo sovietico “La corazzata Potëmkin” veniva proiettato continuamente, quasi fino alla nausea. Paolo Villaggio raccontò che una volta, dopo l’inizio della proiezione in un cinema a Mosca, gli spettatori cominciarono a ribellarsi e ad urlare, fino a tirare le sedie.
La produzione de “Il secondo tragico Fantozzi” non ottenne i diritti per il film “La corazzata Potëmkin“, così storpiarono il nome: “La corazzata Kotiomkin” di Serghei M. Einstein, piuttosto che Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Il regista Luciano Salce fece rigirare la scena della scalinata. Per dare l’effetto vintage macchiò la pellicola con inchiostro e liquidi.

‘L’occhio della madre‘ è di Alba Maiolini, una delle più note generiche del cinema italiano.
Altre curiosità: il 18, numero ricorrente nella pellicola
- Il numero 18 è ricorrente nel film ed esprime, talune volte, “l’esagerazione” fantozziana nel descrivere le situazioni. “La corazzata Kotiomkin, 18 bobine” dice la voce fuori campo di Fantozzi durante il film. Il Duca Conte Semenzara dorme alla cabina “18“. I pomodorini alla cena: “Fuori freddi, dentro palla di fuoco a 18mila gradi!“. E poi il celebre “sabato 18” in cui la Nazionale italiana gioca a Wembley.
- La figura della contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare è ispirata a Marta Marzotto.
- La colonna sonora è curata da Franco Bixio, Fabio Brizzi e Vince Tempera, lo stesso trio che ha curato la colonna sonora di “Febbre da cavallo“.
- Durante la colonna sonora Fantozzi è: “Matricola 1001/bis“. Ma nel corso della pellicola diventa: “Matricola 7028/bis“. E cambia ancora: “Matricola 7829/bis“.
- Le scene in vacanza a Capri con la signorina Silvani nel Grand Hotel Quisisana sono state girate a Roma, all’Hotel delle Nazioni.