Quello che fa sorridere di Renato Pozzetto è la sua meravigliosa spontaneità. Quel sorriso genuino e pulito o semplicemente la sua faccia seriosa, adatta per ogni situazione. Così come testimonia la sequenza del provino nel film “Sono fotogenico“:

Sai fare qualche espressione?“.

Sì, tutte“, dice Renato nei panni di Antonio Barozzi.

Fammi l’ira“. Fatto. “Ok. Fammi una faccia d’odio. Sei l’odio. Sei cattivo. Capito?“. Uguale a prima, stessa identica espressione.

Ah, questo sarebbe odio?!“.

Amore, sei innamorato su“.

Antonio Barozzi: “Posso pensare a una persona che mi aiuta, no?

Sì, pensa pure. Pronto? Ah, questo è amore“.

E ora malinconia. Sei triste, malinconico…”. Niente da fare, sempre la stessa faccia.

E quella lì la chiami malinconia?. Fai schifo dai…“.

Nonchalance“.

Antonio: “Non so cosa vuol dire…”

Vuol dire indifferenza, che non te ne frega“.

Ora guarda dentro, qui nell’obiettivo. Fai schifo, fai proprio schifo. Adesso minaccioso. Sei minaccioso?

Antonio: “Sì, così sì“. Sempre la stessa identica faccia.

Ti muore la mamma“.

Antonio: “Eccola. Troppo carico?

Di più non sai fare?

Antonio: “Faccio il massimo

Quello è il massimo? Ma fai schifo dai, fai veramente schifo“.

Antonio Barozzi: “Eh ma non mi deve scoraggiare però…”.

Espressione di paura

Antonio: “Questa la so fare, è facile. L’ho già fatta“. Non cambia niente, solo il labbro inferiore che si smuove lievemente.

Antonio: “Senta mi hanno consigliato di farne anche qualcuna nudo, magari anche figura intera“.

Pfff, nudo te? Ma se fai schifo anche vestito dai. Tu hai una di quelle facce che viste una volta non si ricordano più“.

Cosa ha mai fatto Renato Pozzetto per far ridere la gente? “Niente“. “Quindi non ti impegni neanche”, chiede un giovane Pippo Baudo. No, lui non si impegna neanche, o quasi. Ha visto che qualcuno rideva alle sue battute o per il suo modo di fare e si è reso conto di essere un comico: “Ormai è il contrario. Mi capita di andare dal dentista dicendo: ‘Ahi, il dente fa male’. Mi rispondo: ‘Eeeh, esagerato’. E poi ridono della mia faccia, io nel frattempo ho il volto gonfio…”. A fare le domande è Pippo Baudo, a rispondere il mitico ragazzo di campagna ma in altre vesti, quelle di Lorenzo Milozzi, protagonista del film “Fico d’India” del 1980. Al tempo “Artemio” non era ancora un personaggio esistente. L’appuntamento è del 12 ottobre negli studi di Domenica In e Renato sta presentando “Fico d’India“.

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Io ce la metto tutta per far ridere, è il mio mestiere. Poi mi capita di incontrare qualcuno che me lo dice e va bene“. Non è tutto rose e fiori, non è un comico necessariamente anche nel privato: “Ho i miei momenti…”. Non è sempre felice e allegro, quella è solo l’impressione che si ha da fuori. L’attore ha due figli: “Giacomino e Francesca“. Fanno ridere anche loro. Ma “a mia moglie fanno ridere meno“. Una spettatrice del pubblico chiede a Pozzetto cosa ci fosse nella busta che portava sempre con sé in trasmissione: “La busta era un simbolo di un disperato che viaggia per strada. Potrebbe quindi esserci di tutto. La casa, la televisione, la mamma…”.

Renato trae più soddisfazione dal cabaret o dal cinema? “Son due lavori diversi. Uno è abbastanza violento perché si lavora vicinissimi a persone disattente. Capita spesso che stanno ordinando da bere o chiacchierando. Bisogna prenderli con violenza e costringerli a stare attenti. Se ho nostalgia del cabaret? Sì, certo. Nel cabaret ci sono altre emozioni“. Pozzetto è un grande prestigiatore: “A tempo perso…Però mi vengono bene gli esercizi“. Nell’occasione, “siccome non ho le carte“, Pozzetto simula un gioco di prestigio con carte invisibili intrattenendo il pubblico di Domenica In tra le risate di tutti.