Bombolo ha fatto la storia del cinema degli anni Settanta, particolarmente nei film ritenuti B-movie. Le espressioni e le esclamazioni di sofferenza dopo gli schiaffi che prendeva da grande incassatore, sono storia. Le burle e le battute sono rimaste nella memoria della commedia italiana, che conserva ancora fresco il ricordo di un attore tanto simpatico quanto originale nel suo essere divertente. Franco Lechner, in arte Bombolo, nacque a Roma il 22 maggio del 1931 e morì prematuramente il 21 agosto del 1987, all’età di 55 anni. C’è un legame tra l’attore romano e il film Bastardi senza gloria.
Bombolo è stato fonte di ispirazione per Eli Roth in Bastardi senza gloria, il film di Tarantino, dove interpreta il sergente Donnie Donowitz. A rivelarlo è stato lo stesso attore. “Sono cresciuto ad una scuola speciale”, ha detto, “la scuola di Bombolo”. L’attore non solo conosce i film di Bombolo ma, come da lui stesso rivelato, tutta la commedia italiana: da Alvaro Vitali a Lino Banfi passando per Lando Buzzanca.
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La storia di Bombolo è particolare. Arrivato sul grande schermo in tarda età, a 40 anni, debuttò al cinema grazie alla scoperta di Castellacci e Pingitore. In seguito fu presente anche al Salone Margherita .
Prima della notorietà Bombolo era un venditore ambulante di piatti di Trastevere.
Anni fa, per la prima volta, la famiglia del compianto attore diede il consenso alla pubblicazione di Marco Giusti, il libro biografico su Bombolo di Ezio Cardarelli, con la prefazione proprio di Marco Giusti.
L’attore romano anche all’apice della popolarità non perse mai il legame con le sue origini, “io magno co’ quelli der popolo”
Lo spirito di Franco, nonostante la popolarità dell’epoca, rimase intatto. “Io magno co’ quelli der popolo come me”, diceva l’attore, legato alle sue origini semplici quando rispondeva a registi o colleghi che lo invitavano a pranzo, bollandoli con “voi nun sapete magna’!”. Bombolo era solito intrattenersi a tavola con gli operai del set, anche se voleva dire non godere dei privilegi e dei comfort che spettavano agli attori principali. Anzi, solitamente si appropinquava ai fornelli, preparando il cibo per tutti durante le pause sul set. L’ultimo film dell’attore fu “Giuro che ti amo” del 1986 con Nino D’Angelo, dove l’attore romano appariva deperito a causa di una meningite acuta che lo colpì lo stesso anno.