Intervistato dal Messaggero, Edoardo Leo si è dovuto battere per trovare del tempo per parlare di sé con i giornalisti della carta stampata, visti i continui impegni che lo stanno facendo un po’ pentire di fare lo “stakanovista”. Tanto che non appena ha messo piede nella redazione di Roma, l’attore ha subito esordito dicendo di essere pronto ad una pausa, magari di un anno e mezzo. Ma per il momento fa gli straordinari. Tra i tantissimi lavori in cui è impegnato, il più recente è quello che lo ha visto a sostare una settimana fa a Locarno, in Svizzera, per mostrare il suo nuovo gioiello: “Non sono quello che sono – ‘The Tragedy of Othello'”, di William Shakespeare.
Per interpretare Jago è ingrassato 22 chili. “Tutti quelli che hanno successo inevitabilmente se ne ritrovano una addosso – parlando di etichette (ndr) – È successo a me, è successo a Favino, Germano e tanti altri. La mia è quella del protagonista di film che, pur non essendo un caratterista, riesce a empatizzare con il grande pubblico in una maniera che ancora mi sorprende”. Edoardo Leo era stufo di questa immagine, “da calciatore, del bel ragazzo con le spalle larghe, che fa le foto glamour con lo smoking”.
Oggi “piacere a tutti” non gli interessa più di tanto. “Prima ce l’avevo – la voglia (ndr) – Le critiche mi colpivano tantissimo, ma bisogna farsene una ragione e capire che bisogna liberarsi dal cattivo gusto di voler andare d’accordo con tutti. Parole di Nietzsche, queste, che sottoscrivo”. Quanto tempo ha impiegato per guadagnare 22 chili? “Tre mesi e qualcosa. Prendere 22 chili è stato bellissimo. Ho mangiato pasta a pranzo e cena tutti i giorni. Per perderli se n’è andato un anno. Un inferno”. A questo punto la curiosità di vederlo all’opera è tantissima, quando arriverà il film nelle sale? “Nei prossimi mesi – risponde al giornalista – Nel frattempo girerò per i teatri di tutta Italia con il mio spettacolo Ti racconto una storia e ogni mattina andrò nelle scuole a presentare il film ai ragazzi: inizio a ottobre e andrò avanti per almeno sessanta date. Inviterò anche la gente sul palco a parlare di sé”.
