Il settore è in crisi e gli attori non ne possono più e fanno sciopero: “Minacciati dall’intelligenza artificiale, siamo vittime di un’entità molto avida”
Questa è una crisi storica, come non se ne vedevano da decenni e genera una vera e propria rivolta: gli attori di Hollywood in sciopero si moltiplicano a macchia d’olio e le lamentele sono sempre più insistenti e, a farsi carico della parola dei 160mila attori appartenenti al fronte dello “Screen Actors Guild”, c’è la presidente del sindacato, la furente Fran Drescher, interprete dell’altrettanto combattiva Francesca Cacace ne “La Tata”. “Questo è un momento della storia, un momento di verità – ha detto – se non teniamo duro, saremo tutti nei guai”.
Il primo tema di dibattito è la tanto temuta intelligenza artificiale, che altri big hanno bandito dal proprio contratto (vedi Keanu Reeves). “Stiamo tutti rischiando di essere sostituiti da macchine e grandi imprese. Noi siamo le vittime. Siamo vittime di un’entità molto avida – ha proseguito Fran Drescher – sono scioccata dal modo in cui le persone con cui lavoriamo ci trattano di mer*a”. La vecchia SAG, divenuta SAG-AFTRA, include personalità del calibro di Meryl Streep, Jennifer Lawrence e Glenn Close tra i 160mila attori che rappresenta. L’altro punto della discordia risiede nell’omertà delle piattaforme di streaming sulle cifre che riguardano il loro pubblico, con conseguente ricadute sui diritti d’autore.
Com’è la situazione a Hollywood?
Oltreoceano sembra che tutto vada sempre bene e a gonfie vele. Che i soldi non manchino e che il continuo sfornare di prodotti sulle varie piattaforme sia sintomo di buoni affari. Questo è assolutamente vero, ma i soldi entrano sempre di più nelle stesse tasche e meno in quelle degli interpreti. Al momento tutte le produzioni per il grande e piccolo schermo sono ferme: un record negativo che si replica dopo 43 anni dall’ultima volta, nel 1980.
Alla fine, lo sciopero di massa è riuscito a bloccare le produzioni e il grande business che c’è dietro ad esse. Anche gli sceneggiatori fanno eco (hanno già cominciato da settimane con protestando fuori alle sedi di Disney+ e Netflix), come non avveniva da 63 anni: è il primo sciopero del settore, giunto dopo la spaccatura della Sag-Aftra con gli studi cinematografici. Rottura giunta dopo la mancata accoglienza della richiesta di retribuire in maniera più equa i lavoratori che orbitano attorno ad un prodotto cinematografico, o destinato al piccolo schermo o alle piattaforme, e di rivedere il discorso dell’intelligenza artificiale, una minaccia vera e propria per gli attori.
Cosa comporterà il disagio?
Inevitabilmente, gli effetti di questi disagi li sentiremo anche oltreoceano, eccome. Innanzitutto è ovvio che tutte le produzioni avranno a che fare con tempistiche ben più lunghe rispetto a quelle previste. Quindi, se aspettavate il seguito della vostra serie preferita e la data d’uscita non verrà rispettata, saprete da cosa è dipeso. “Non avevamo scelta. Noi siamo le vittime qui. Siamo vittime di un’entità molto avida”, ha tuonato l’attrice dalla conferenza stampa del Screen Actors Guild.
“Quello che succede qui è importante perché ciò che succede a noi sta succedendo in tutti i campi del lavoro, quando i datori di lavoro fanno di Wall Street e dell’avidità la loro priorità e dimenticano i contributori essenziali che fanno funzionare la macchina”.