Il 29 giugno di 56 anni fa moriva in tragiche circostanze Jane Mansfield, una delle più grandi, e dimenticate, dive di Hollywood
Morì nel modo più orrendo, la notte del 29 giugno 1967, Jane Mansfield, la diva che si fingeva stupida solo per farsi strada nella Hollywwod finta e patinata. Per lei Oriana Fallaci, che intervistò l’attrice, spese gran belle parole. Mentre tutto il mondo la considerava la nuova Marilyn Monroe.
“Per conquistare il mondo una ragazza non deve esibire il cervello: è sempre stato un elemento di disturbo” dichiarò alla grande giornalista italiana. Mansfield era considerata la bionda stupida, o meglio la bionda atomica. O meglio era lei stessa che, per progredire nello star system degli anni 50, a farlo credere, visto che il suo QI era di ben 148. Considerando che la media mondiale è 100.
Jane Mansfield, il cui vero nome è Vera Jane Palmer, nasce in Pennsylvania il 19 aprile del 1933. Dopo la morte del padre, a soli tre anni, Jane si trasferì in Texas. A 17 anni si sposa con Paul Mansfield, da cui prende il cognome, e a Austin studio teatro e fisica. Fa il suo debutto a teatro con Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller, compagno tra l’altro di Marilyn Monroe.

La sua carriera cinematografica ha inizio con ruoli piuttosto minori. Ma viene conosciuta dal pubblico, specialmente quello maschile, come playmate di febbraio 1955 della rivista Playboy. L’anno successivo ha il suo primo vero ruolo a Hollywood nel film Gangster cerca moglie. Per poi firmare un contratto con la 20th Century Fox per i suoi successivi film. Tra cui il drammatico Fermata per 12 con Joan Collins.
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Ma è con i successivi titoli che esplode definitivamente: La bionda esplosiva e Baciala per me, dove ebbe l’onore di recitare accanto a un mito come Cary Grant. Agli inizi degli anni 60, però, le offerte iniziano a scarseggiare e i ruoli sono sempre quelli che la ritraggono come una oca dalle belle forme.
Nel 1957, in occasione di una cena con Sophia Loren, viene immortalata con l’attrice italiana in uno scatto che è diventato storia. Nella foto si vede la prorompente Mansfield e l’occhiata di disapprovazione della Loren che in molti hanno considerato anche come invidia. A seguito della morte della più famosa Marilyn, Jane non riesce ad ottenere il successo sperato e finisce per sbarcare il lunario lavorando anche in nightclub.

La notte del 29 giugno 1967, a soli 34 anni, dopo essersi esibita in uno stripclub del Mississippi, Jane si reca in New Orleans perché il giorno seguente è ospite di una tv locale. Durante il viaggio, a borso della Buick Electra, ci sono lei, l’avvocato Brody (suo nuovo partner), i suoi tre figli avuti dal precedente marito, l’autista e i suoi due chihuahua. Il viaggio procede bene fino a una curva dove spunta improvvisamente un trattore non visto dall’autista per via della gran quantità di pesticidi che stava buttando il mezzo da lavoro. Dietro di loro l’autista di un camion è sorpreso quanto loro e frena ma prende la Buick che finisce sotto l’autoarticolato decappottandosi.
Quello che trova la polizia stradale sul luogo dell’incidente fa accapponare la pelle. Il comandante della polizia ritrova tre teste rotolate a decine di metri lontano dai rottami. E sono quelle dell’autista della Buick, di Brody e della bionda Jane Mansfield. Miracolosamente i tre figli sono illesi. Quello del 29 giugno sarà ricordata come una delle morti più tragiche della storia di Hollywood. Accaduta a una star forse troppo sottovalutata e, soprattutto, fraintesa.