Alessandro Benvenuti in occasione del suo ritorno a teatro con lo spettacolo “Panico ma rosa”, in un’intervista a “La Repubblica” ripercorre le tappe della sua lunghissima carriera, soffermandosi sul celebre trio dei “Giancattivi”, insieme a Francesco Nuti e Athina Cenci.

Attore, regista, cabarettista, Alessandro Benvenuti, 73 anni, si definisce: «Un asociale, un individualista nichilista e anche un po’ autistico. Non creo occasioni, non vado a cercare nessuno. Ho fama di orso, ma mi faccio trovare. Sono molto disponibile coi giovani attori, a volte anche gratis». Ammette di aver chiuso con il cinema, ma continua a divertirsi con il suo lavoro a teatro: «Ho smesso col cinema da regista perché non avevo più niente da fare. La qualità è sempre più rara, così come il bisogno di qualità. Pare si faccia di tutto per sfuggire alle grinfie dell’intelligenza e questo è disarmante – e aggiunge – Le parole sono importanti e invece girano senza padrone. Se sono sbagliate possono uccidere. Questo tempo così poco incline all’ascolto dell’altro, mi turba. E talvolta scelgo lo sciopero del silenzio, anche a danno di chi mi sta intorno».

Athina Cenci ha avuto un ictus, Francesco Nuti è sulla sedia a rotelle

A proposito dei “Giancattivi”, storico trio cabarettistico formato oltre che da lui stesso, anche da Athina Cenci e da Francesco Nuti racconta: «Eravamo talebani, andavamo sempre in cerca di nuova comicità». I due compagni dell’attore, tuttavia, hanno avuto diversi problemi di salute: Athina Cenci in seguito a un ictus che l’ha colpita oltre 15 anni fa, è tornata a parlare solo recentemente: «Un profondo dispiacere – confessa l’attore – Invece sono anni che non ho più contatti con Francesco. È una storia che si è compiuta con grande dolore». Francesco Nuti, infatti, è costretto sulla sedia a rotelle dal 2006, a causa di un incidente domestico che lo mandò in coma per più di due mesi: «Aveva prodotto il mio “Benvenuti in casa Gori”, sognavamo di fare “Aspettando Godot” insieme e resterà un sogno». Conclude infine Benvenuti: «La vita non si insegna a nessuno. Il fisico dipende da come lo tratti. Resta l’affetto per quel pezzo di strada fatto insieme. Sono quel che sono grazie a loro. Athina e Francesco sono state le persone più importanti della mia carriera. Athina è stata la mia prima musa, era l’uomo del trio. Francesco era senza briglie. Insieme eravamo impossibili, ci misero un mese a convincerci ad andare in tv».

Continua a leggere su Chronist.it