Ce l’ha fatta, alla fine, Brad Pitt: l’attore ha venduto la casa “infestata dai fantasmi”, acquistata nel 1994 con l’allora moglie Angelina Jolie. La villa di San Feliz ha una storia molto curiosa e, allo stesso tempo, raccapricciante. Quando una delle coppie più acclamate di Hollywood l’acquistò per 1,7 milioni di dollari, Pitt era già a conoscenza che l’abitazione fosse “infestata”. Tuttavia, era un aspetto che “lo divertiva molto”. In Italia abbiamo le testimonianze di Paolo Bonolis e della sua prima casa infestata, come ha raccontato anche durane una diretta sui social.

La villa la comprarono da Cassandra Peterson, nota come Elvira, la Regina delle Tenebre. Lei è la nota presentatrice horror che ha detto: “C’erano fantasmi che camminavano e altri che galleggiavano in piscina, Brad ne era entusiasta”. Come riferito a People, aveva messo a conoscenza il collega del fatto che lì fossero accadute “un mucchio di cose strane”. Tuttavia, “lui ne era entusiasta e pensava che fosse figo”.

La casa “infestata” di Brad Pitt

Elvira, con il marito di allora, ne provarono di ogni. “Chiamammo anche un prete esorcista”. Si giunse, però, ad un nulla di fatto. “Siamo arrivati al punto di pensare che non avremmo potuto continuare a viverci”. Addirittura, l’attrice ha detto di aver “visto persone che camminavano al piano di sopra, tipo persone reali che camminavano davvero”. Una testimonianza da brividi, che prosegue:

“Una volta c’era uno seduto al piano di sotto davanti al camino, è entrato nella mia camera da letto e poi è tornato indietro. Abbiamo visto qualcuno che galleggiava sul fondo della piscina, cose del genere. Abbiamo raccontato tutto a Brad – ha proseguito – e lui era felice. Voglio dire, non ci sono molti acquirenti per i quali sarebbe un punto di forza, ma lui ha detto: “Oh, è fantastico”.

Nonostante le condizioni note della villa, la star hollywoodiana è riuscita non solo a venderla ma a guadagnarci su quasi 40 volte la cifra investita 29 anni fa. In quella casa, l’ex coppia ha cresciuto i propri sei figli.

Continua a leggere su Chronist.it