Per omaggiare il 70esimo anniversario di nascita del mitico Massimo Troisi, il prossimo 19 febbraio uscirà al cinema il documentario omaggio all’artista per la regia di Mario Martone. Il documentario si preannuncia spettacolare con contenuti inediti e le testimonianze di chi ha conosciuto e lavorato spalla a spalla con il mitico Massimo.

Martone e Troisi si conoscevano bene, “era nata un’amicizia fondata su una grande stima reciproca“, i due desideravano lavorare insieme. Per questo per il regista si tratta di una grande “possibilità“, quella di poter “tornare a dialogare” con Massimo, “ascoltarlo e portarlo agli spettatori di ieri e a quelli di oggi“.

Il 19 febbraio 2023 Massimo avrebbe compiuto 70 anni: “È sempre rimasto vivo nell’immaginario collettivo, perché era una grande anima e un grande artista“. Alla sceneggiatura ci sarà anche Anna Pavignano, “che di Massimo ha scritto tutti i film“.

Anna è stata compagna di vita e di lavoro di Troisi e questo ci testimonia quanto “Massimo fosse aperto, dialettico, avanti nella sua visione delle cose“. Quindi “facciamo questo film per riascoltarlo, rivederlo, stare con lui“.

Produzione

Il documentario si intitolerà “Laggiù qualcuno mi ama“, scritto da Mario Martone e Anna Pavignano. Una produzione INDIANA in associazione con VISION DISTRIBUTION e MEDUSA FILM. Il film sarà distribuito in Italia da MEDUSA FILM / VISION DISTRIBUTION e nel mondo da VISION DISTRIBUTION

Questo film-documentario è nato dal mio incontro con Mauro Berardi, storico produttore di Massimo – ha detto Fabrizio Donvito, Partner & Co-CEO Indiana Production – Ed è un vero e proprio omaggio alla figura di quel grande artista che è stato Troisi“. Donvito sottolinea anche l’importante presenza di Anna Pavignano, “sceneggiatrice dei film di Massimo nonché sua compagna“, e il lavoro alla “prestigiosa e attenta” regia di Martone.

Medusa Film e il gruppo Mediaset hanno creduto subito in questo progetto – così Giampaolo Letta, Vice Presidente e Amministratore Delegato Medusa Film – Attraverso contenuti e testimonianze inedite traccerà un ritratto originale dell’attore napoletano“.

Insieme a Indiana e Medusa cercheremo di garantire a questo prestigioso progetto la distribuzione migliore – ha detto Massimiliano Orfei, Amministratore Delegato Vision Distribution – celebrando uno dei più grandi artisti che il nostro paese abbia mai avuto“.

Massimo Troisi: frasi, altezza, Natahalie, malattia, ultimi giorni, morte, funerali

Massimo Troisi è nato a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, il 19 febbraio del 1953. Si è spento il 4 giugno del 1994, a Roma. L’attore era alto 1,79 m. Citare solo alcune delle sue frasi potrebbe sembrare un’offesa rispetto a tutto il geniale repertorio che Massimo aveva a disposizione e che ha condiviso con noi. Tra risate, concetti profondi e analisi riflessive. Tuttavia, per ovvi motivi, non possiamo citarle tutte. Queste sono solo alcune tra le tante perle che ci ha lasciato in eredità l’artista.

Frasi

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Non è che sono contrario al matrimonio; però mi pare che un uomo ed una donna siano le persone meno adatte a sposarsi.”

Da ragazzo i miei continui e disinteressati slanci di altruismo mi diedero la fama di buono. Da grande quella di fesso.”

L’amore è tutto quello che sta prima e quello e che sta dopo. Magari bisognerebbe tenere più in considerazione il durante.”

Nathalie Caldonazzo è stata la compagna di Massimo. Durante l’esperienza dell’ultima edizione del GFVip ha raccontato il loro primo incontro. “Ho notato che mi guardava sempre“, ha detto la showgirl. A lei non piaceva “quell’accento” ma andava comunque “anche al suo cinema“. Dopo l’incontro al ristorante “mi ha cercato a lungo, mi ha trovato quando il suo migliore amico ha incontrato il parrucchiere di mia sorella“. La showgirl è stata la compagna di Massimo “negli ultimi due anni della sua vita“.

La Caldonazzo conosceva i problemi cardiaci dell’attore per via di quel “ticchettio metallico” che lui le spiegò si trattasse del suo cuore. La prima volta che l’organo vitale lo ha tradito è stato durante una partita di calcio nel comune dove è nato. Tutto il paese si unì per sostenere le spese in vista dell’operazione che Massimo avrebbe affrontato a Houston. L’attore disse a Nathalie che sarebbero andati a Los Angeles per discutere del film “Il postino” con il regista e poi avrebbero fatto tappa a Houston.

Nelle prime due settimane sembrava guarito“, ma dopo la visita la brutta notizia: il cuore di Massimo era come quello di “un sessantenne” e necessitava di immediata operazione. L’operazione non andò bene e rimasero in ospedale un mese. C’era bisogno di un trapianto che è stato fatto “dopo un mese e mezzo, con bombole di ossigeno e ha voluto ostinatamente fare Il postino” ha ricordato l’attrice.

Tutto il film de Il postino Massimo lo girò seduto mentre per le scene di movimento usava la bicicletta e si aiutava con la controfigura Gerardo, il suo sosia. Proprio a Gerardo e a sua moglie diceva sempre che avrebbero dovuto chiamare il figlio in arrivo “Pablito“, così come il figlio del protagonista del film. Gerardo ed Elena, incinta durante le riprese e presente sul set, hanno scelto di chiamarlo direttamente Massimo per omaggiare Troisi.

Gli ultimi giorni di Massimo Troisi

Le riprese del film terminarono il 3 giugno con il saluto finale di un sempre più deperito Massimo. “Vi amo tutti” disse, aggiungendo “non dimenticatevi di me”. Il giorno dopo fu il triste giorno, il cinema italiano perse un’icona.

Gli ultimi giorni furono duri. “L’ultimo ricordo che ho dentro è la celebrazione del mio compleanno il 24 maggio”, ha detto Nathalie, pochissimi giorni prima della morte di Massimo. “Cadde in una fortissima depressione dalla quale era difficile tirarlo fuori”. Le disse di essere “una persona depressa”, come essere “un prigioniero con la porta aperta”.

I funerali si tennero nella città natale, San Giorgio a Cremano. Le sue spoglie sono conservate nel Cimitero del paese, accanto a quelle del papà e della mamma. Il 4 giugno del 1994 si riversarono moltissime persone a dare l’ultimo saluto all’artista, compresi gli amici di sempre: Lello Arena, Enzo De Caro e Pino Daniele.