Rocky IV in origine non era previsto. E anche dopo Rocky III la sensazione comune era quella di aver portato il personaggio e Sylvester Stallone oltre il limite. I margini per una continuazione della storia non c’erano più. All’inizio c’è stato il Rocky “escluso“, un cane randagio da strada che fa riscossione crediti per i conti di uno strozzino di seconda categoria.

Poi c’è stato il Rocky noto, famoso e amato ma ancora con i piedi per terra, umile. Tuttavia un Rocky non previsto ma necessario, richiesto a gran voce dal pubblico dopo il successo del primo film. Nel terzo capitolo si poteva lavorare, anche se forzatamente, sulla curiosità di vedere un Rocky diverso: quello del successo e della ricchezza.

Ma per un quarto film era davvero dura sedersi ad un tavolo e ipotizzare un qualche scenario all’altezza delle prime tre pellicole. Tuttavia a metà degli anni Ottanta i film di Rocky sono diventati parte integrante della cultura popolare. Stallone, come nelle precedenti occasioni, si dilettava a interpretare altri ruoli anche per scostarsi un po’ dal personaggio che lo ha reso celebre.

Vedi anche: ROCKY III: STALLONE AVEVA ANCORA BISOGNO DI ROCKY E VICEVERSA. IL TERZO CAPITOLO SAREBBE DOVUTO ESSERE L’ULTIMO DELLA SAGA

Stallone passava da “Rambo” a “Nick lo scatenato“, ma per la quarta volta c’era ancora bisogno di Rocky

Interpretò altre parti con risultati differenti: da “Rambo” a “Nick lo scatenato“, ma un ritorno nei panni di Rocky iniziò a diventare una certezza. Solo che per il quarto capitolo della saga bisognava “realizzare un altro Rocky” ricordava la giornalista Jeanne Wolf nel documentario di History Channel di qualche anno fa, dedicato alla saga di Rocky.

Ero preoccupato e mi chiedevo come potevo superare il film precedente” diceva Stallone. Si pensò in grande e con probabilmente l’unico modo per incuriosire al pari dei capitoli precedenti: lavorare sullo sfondo della tensione sull’asse Stati Uniti e Unione Sovietica ai tempi della Guerra Fredda.

In Rocky IV, Stallone sceglie di far sfidare al suo personaggio la politica mondiale. Nei capitoli precedenti abbiamo visto come in una delle sceneggiature iniziali era prevista una versione di “Rocky sindaco” o comunque attivo nel campo politico. Alla fine l’idea è stata ripresa, senza sconvolgere però la reale natura di Rocky: lui è sempre un pugile e la battaglia l’affronta sul ring.

Dalla Russia arriva un supereroe, “un altro animale cattivissimo” lo definiva un compiaciuto Carl Weathers, interprete di Apollo Creed, nel documentario. Proprio Carl ammetteva come arrivi “un tempo” in cui non si può essere più fisicamente prestanti, “bisogna riconoscerlo“. E infatti il suo personaggio assume altri aspetti e meravigliosi sviluppi rispetto ai primi film della saga.

Stallone ammette di aver “pensato al match tra Joe Louis e Max Schmeling, simbolo del nazismo contro il mondo libero“. Traslando così la situazione “alla Russia e alla Guerra Fredda“. Nel film il primo a scontrarsi con questa nuova realtà è proprio Apollo e il messaggio che Stallone ha sentito di lanciare è stato quello di “non continuare a sbattere la testa contro il muro“.

Il nuovo rivale in Rocky IV: Ivan Drago, Dolph Lundgren scelto tra 8000 aspiranti alla parte

Il nuovo rivale di Rocky per Apollo è un muro invalicabile, “più forte di te“. Apollo non capisce quando è il momento di farla finita. Balboa sconsiglia ad Apollo di imbattersi in quel “pessimo soggetto“, come ironicamente, ed entrando nella parte, lo definisce Weathers. Questo pessimo soggetto è Ivan Drago, interpretato da Dolph Lundgren.

Una macchina da guerra: alto e pieno di muscoli, taciturno tanto quanto dolorosi sono i suoi colpi, misurati con le migliori tecnologie sovietiche. Per il ruolo Stallone pensa a Lundgren, uno studente svedese modello e campione di karate. Dolph ammetteva nel documentario che andò negli USA “per studiare ingegneria chimica a Boston“.

Iniziò a recitare e uno dei primi provini era per il pugilato. “Arrivai a una scrivania dove era seduta una ragazza” diceva l’attore, lei era Sasha Stallone, l’ex moglie di Sylvester. Gli chiese “quanto sei alto?“. Rispose “1,93 m“. “Troppo alto, il prossimo“. Dolph sei mesi dopo era in Europa e venne chiamato al telefono da “forse uno dei dirigenti della Paramount” che sembrava “non avere più fiato“.

Disse “finalmente l’ho trovata, Sylvester mi avrebbe ucciso“. Incontrò Stallone alla Paramount e gli disse “ho visto le tue foto sei un bel tipo“. Dolph gli raccontò che era un lottatore, Stallone gli mostrò fotografie di altri ragazzi e Dolph ricordava di aver pensato “non ce la farò mai“, talmente tanti erano. “Ce ne saranno stati cinquemila per quel ruolo“, in realtà furono ben ottomila.

Tuttavia ce la fece, arrivò “in finale” e lui era lì. “C’erano cinquanta persone dietro la telecamera, riuscivo a malapena a vedere Sylvester“. Così recitò il suo monologo e decise di interpretare “il ragazzo gentile, calmo e distaccato. Senza troppi movimenti col corpo“. Voleva incarnare l’aspetto di un ufficiale sovietico con “il tipico atteggiamento e il mento alto“. Due giorni dopo ebbe la parte.

Rocky IV, la trama: Apollo Creed contro Ivan Drago

Dopo l’ingaggio dell’attore europeo, si poteva iniziare a lavorare sul set e la produzione prometteva di essere in grande stile. Chiunque a quei tempi avrebbe voluto essere sul set di Rocky IV. L’incontro tra Apollo e Drago avviene a Las Vegas tra soubrette e smoking, luci accecanti e scene in grande stile.

Quando sono salito sul ring e sono stato investito dalle luci, tutto sembrava una metafora. Mi introduceva a Hollywood“, ricordava Lundgren. “Stava accadendo davvero, non era un sogno: un giovane svedese che diventa una star“. L’introduzione scenica di Apollo è spettacolare, in presenza del compianto James Brown che canta il celebre brano “Living in America“.

Weathers ammise di essersi divertito tantissimo. Il match però diverte ben poco il suo personaggio e in particolar modo i suoi cari, Rocky compreso, presente al suo angolo. Il match inizia restando sui ritmi teatrali che hanno introdotto sul ring lo spettacolare Apollo.

L’incontro della morte di Apollo Creed

L’ex campione del mondo dei pesi massimi si diletta con agilità, sebbene mostra segni di anzianità da ring come quando, pur in vantaggio nel punteggio e apparentemente in controllo della situazione, rischia di perdere equilibrio e risultare meno elastico nei movimenti. Drago è immobile, le prende, ma accorcia con il corpo e quando lo fa dà l’idea di poter chiudere presto la questione.

Non attacca il russo fino a quando il suo allenatore non gli dà il segnale. Una festa per Apollo che termina nella maniera più brutale. Una scena “alla Rocky“, dove con un gancio ci si catapulta nella realtà opposta a quella a quella vissuta fino a pochi secondi prima.

Una realtà che però Apollo non ha mai visto. Creed infatti muore sul ring tra le parole di Drago, le uniche che dichiara al mondo intero: “un giorno sfiderò un vero campione“. Lo scambio di sguardi in cagnesco con Stallone dopo la realizzazione della morte di Apollo, è l’anteprima dell’inevitabile. Drago avrebbe sfidato il campione del mondo, il campione della gente.

Apollo era un uomo “orgoglioso che però si è spinto oltre“. “Quando va al tappeto “ho pensato di non pararmi con le mani perché avrei sminuito il gesto” diceva Weathers. “Poi ho simulato delle contrazioni. La macchina da presa stava filmando“. Il dottore corse da Weathers per sincerarsi delle condizioni dell’attore, in quanto credeva che stesse male sul serio. Quindi, per Carl, “funzionò“.

Rocky IV: “No Easy Way Out

Dopo il fattaccio Rocky decide di sfidare il taciturno campione russo. Ovviamente Adriana, interpretata da Talia Shire, si oppone, ma stavolta per Rocky è questione di “vita o di morte“, come ammette lui stesso prima di imbarcarsi in un viaggio senza meta, perso tra i ricordi, in macchina, sulle celebri note di “No Easy Way Out” di Robert Trepper.

La preparazione degli attori per un pugilato più autentico:

L’allenamento in Rocky IV

Il film parla della situazione Sovietica, di una posta in gioco sempre più alta, del patriottismo. Il tentativo era di portare il film a un nuovo livello di autenticità del pugilato. Tutti si allenarono molto più duramente in questo film, compreso Apollo sebbene non faccia una bella fine. Ma stavolta c’era Dolph, “molto più massiccio“. E dovevano affrontarlo lui e Stallone.

Non fu affatto facile. Gli infortuni erano costanti sebbene l’allenamento molto più intensificato. Dolph rivelava nel documentario di essersi allenato con Stallone “per cinque mesi, due volte al giorno, sei volte a settimana“. Facevano “pesi al mattino e pugilato al pomeriggio“. Stallone si infortunava spesso e spesso pensava “questa caduta mi sarà fatale“.

Al tempo Dolph aveva 25 anni mentre Stallone 35 “ma lui riusciva a fare cose incredibili” diceva lo svedese. Sebbene per un incontro sul ring la differenza d’età è abissale, Lundgren ammetteva di essere rimasto stupito.

Rocky IV: l’incontro tra Rocky e Drago, l’incidente costato 5 giorni di ospedale a Sylvester Stallone dopo il pugno “vero” subito da Dolph Lundgren

Stallone decise di girare la prima parte dell’incontro con colpi veri. Una ricerca dell’autenticità che si rivelò fatale per lui stesso. “Mi diceva di colpire con più violenza, di metterci più forza” diceva Lundgren. Il sacco pericardico di Sly iniziò “a trasudare” attorno al suo cuore. Dolph lo colpì sul petto costringendolo a cinque giorni di ospedale.

Stallone perse i sensi e si risvegliò mentre era “su un volo a bassa quota, diretto alla terapia intensiva dell’ospedale di Santa Monica. Fu terribile” diceva Sly, esaltando la prestanza fisica di Dolph, capace, secondo Stallone, di poter gareggiare tra i professionisti del pugilato. Lundgren a sua volta riconosceva la “durezza” del carattere di Stallone, sebbene stavolta ci si era spinti un bel po’ oltre.

Rocky IV: il finale e il significato del film

Il robot di Paulie

Chiunque può cambiare” urla Stallone a fine film, dopo aver messo al tappeto il russo che si era ribellato al suo angolo, afferrando per la gola l’allenatore. Durante il match gli spettatori, inizialmente ostili all’atleta statunitense, si fanno prendere dal suo coraggio e lo premiano rovesciando la loro simpatia. Stessa cosa che fanno i piani alti russi che applaudono il campione alla fine.

Il film lancia il chiaro messaggio del confronto tra USA e URSS. Da un lato mostra la libertà, il sogno americano, dall’altro c’è la rigidità e la dittatura sovietica. Persone che da un lato mostrano serenamente le proprie emozioni, dall’altro sembrano quasi più persone “robotiche“. Un altro tema toccato nel film è il confronto tra macchine e uomini.

Ad esempio le tecnologie utilizzate da Ivan Drago nell’allenamento a fronte dei rudimentali mezzi di Rocky che si allena all’aria gelida della Russia, tra la natura e con sistemi vecchia scuola che non muoiono mai. Nel film appare anche un robot vero e proprio che viene regalato a Paulie, dotato di una intelligenza artificiale.

Aldilà del significato sull’asse USA-URSS, in cui Stallone sentiva di dover lanciare nuovi messaggi con il suo film, anche Lundgren sente il cambiamento del suo personaggio. Quando ad esempio Drago si ribella ai suoi “creatori” lo fa perché è stato maltrattato e cresciuto per interpretare l’esemplare perfetto.

Rocky IV: gli incassi al botteghino e il successo del film

Rocky IV riesce ancora una volta a far appassionare i fans a tal punto che è ritenuto dalla moltitudine come il migliore film dell’intera saga. Si registrò un incasso di 300 milioni di dollari in tutto il mondo diventando il film sullo sport dai guadagni più alti in assoluto. L’impressione era che la saga sembrava non mostrare mai alcun punto debole.

Rocky IV: location

Le scene in cui Rocky si allena in Russia, sono state girate tra le montagne del Nord America, prevalentemente nel Wyoming. La fattoria degli allenamenti di Rocky è situata nella valle di Jackson Hole. Molte sequenze all’aperto sono state girate presso il Grand Teton National Park. Il combattimento finale è stato girato al PNE Agrodome di Hastings Park di Vancouver.

Rocky IV: colonna sonora

Per la prima volta la colonna sonora non è stata composta da Bill Conti, impegnato con “Karate Kid – Per vincere domani” del 1984 e con “Karate Kid II – La storia continua…” del 1986. La musica orchestrale è stata affidata a Vince DiCola. Alcune delle parti strumentali sono composte e suonate dal tastierista degli Europe.

L’album delle canzoni pubblicato da Scotti Bros. Records ha riscosso un grandissimo successo in particolar modo per il già citato “No Easy Way Out“, poi “Burning Heart” dei Survivor e “Living in America” cantata, come abbiamo visto, dallo stesso Brown.

Meritevole di menzione anche la musica d’allenamento “Training Montage” e quella del combattimento “War“. “Burning Heart” e “Living in America” entrarono da singoli nella top 5 della Billboard Hot 100 negli USA.

Rocky IV Director’s Cut: data d’uscita in Italia

Purtroppo non solo non abbiamo una data della Director’s Cut di Rocky IV, ma sembrerebbe che nessuno stia lavorando al progetto. C’è chi suggerisce una problematica relativa a una questione di doppiaggio, tuttavia potrebbe essere un discorso inerente al piano di distribuzione. Negli Stati Uniti è uscita per un solo giorno nei cinema, l’11 novembre, e l’indomani in digitale.

Altre curiosità

  • Rocky IV è uno dei rari film di sport che applica dei genuini effetti sonori in cui i colpi sono reali.
  • Lundgren fece del male anche a Weathers nelle riprese del combattimento tra i loro personaggi. Carl si infuriò quando Lundgren lo fece sbattere contro l’angolo del ring. L’attore nei panni di Apollo decise di rinunciare al film minacciando di chiamare il proprio agente. Stallone fece da paciere, tuttavia la situazione comportò ben quattro giorni di riprese ferme.
  • Il robot che la famiglia Balboa regala a Paulie, interpretato da Burt Young, esisteva realmente ai tempi e aveva una reale intelligenza artificiale. L’esemplare era stato creato dalla società International Robotics Inc. di New York City. La voce del robot è del CEO, Robert Doornick. Il compianto critico cinematografico, Robert Ebert, ipotizzava il robot come un androide dotato di intelligenza. L’esemplare è identificato come “SICO” dagli ingegneri robotici.
  • Ai tempi della Guerra Fredda era in realtà impedito ai pesi massimi sovietici di combattere match professionistici.
  • Sebbene si tratti di una frazione di secondo, nella scena d’apertura in cui i guantoni si scontrano, quello statunitense e l’altro russo, è proprio quest’ultimo a fare una brutta fine, spezzandosi in due e cadendo al suolo.
  • L’alzata di slancio con pesi che compie Ivan Drago durante il suo allenamento, sollevando il bilanciere sopra le spalle, è pari a un carico di 205 chili.
  • Il pugile Max Schmeling non ha ispirato Stallone solo nel match contro Joe Louis ma anche in quello contro Max Baer, nel giugno del 1993. Baer, messo al tappeto dopo un colpo dell’avversario nel primo round, una volta tornato all’angolo afferma di vederne “tre di quello lì“. Così Jack Dempsey gli consiglio di “colpire quello in mezzo“. Nel film è Rocky a vedere “tre” avversari, così Paulie pronuncia le stesse parole, condivise dall’allenatore Tony Evers. Ah già, l’incontro di Baer: lo vinse lui alla fine, con knock out al decimo round.
  • Secondo le prime sceneggiature del film, Mr. T sarebbe dovuto apparire nuovamente vestendo ovviamente ancora i panni di Clubber Lang.

Brigitte Nielsen si unì in extremis al cast: il suo personaggio non era previsto nella sceneggiatura

  • Sebbene Dolph Lundgren abbia ritenuto Rocky IV come il suo vero debutto sulla scena di Hollywood, non era un vero esordio sul grande schermo per l’attore svedese visto che, sebbene in un ruolo minore, era già apparso in “007 – Bersaglio mobile” del 1985. Nel film di James Bond è una delle guardie del corpo appartenenti al generale Gogol.
  • C’è sempre stata confusione tra gli appassionati nel comprendere se il match contro Drago fosse valso per il titolo o meno. La realtà è che la scena in cui si spiegava che Rocky non avrebbe potuto mettere in palio la cintura, per il divieto del consiglio della boxe degli Stati Uniti, è stata tagliata per questioni di tempo. Il concetto viene sintetizzato per mezzo dei quotidiani che permetteva un montaggio decisamente più breve.
  • Dopo l’enorme successo di Rocky IV venne chiesto un nuovo film dedicato ancora a Drago. Tuttavia Stallone disse che i pugili erano usciti malconci dopo l’incontro, tanto da portare conseguenze serie come “l’incapacità di ragione“. Rocky V infatti sarebbe diventato un film vetrina sui pericoli della disciplina.
  • Il personaggio di Brigitte Nielsen, nei panni di Ludmilla Drago, venne incorporato all’ultimo in quanto non previsto nella sceneggiatura.
  • Rocky IV è il film più breve dell’intera saga: la durata complessiva è di 94 minuti.
  • Il compianto Tony Burton, nei panni del coach di Rocky, ex coach di Apollo, Tony Evers nella saga, era un bravissimo giocatore di scacchi. Sul set di “Shining” del 1990 sconfisse a scacchi il genio di Stanley Kubrick. In Rocky IV Tony gioca a scacchi contro un avversario russo.
  • David Lloyd Austin interpreta il premier sovietico che a fine film applaude la prestazione di Rocky. L’attore ha una forte somiglianza al leader sovietico Mikhail Gorbachev che poi interpretò anche in altri film tra i quali “Una pallottola spuntata” del 1988.
  • La frase tormentone “ti spiezzo in due” fu invenzione del doppiatore Renato Mori che aggiunse del suo alla meno coinvolgente frase originale letterale “I must break you“, che tradotto significa “devo romperti” o “devo spezzarti“.