Il legame tra Fedez, non indagato, e il capo degli ultras del Milan è finito sotto la lente di ingrandimento dell’inchiesta che ha “azzerato le curve” di San Siro

Dall’inchiesta che si è svolta lunedì mattina da parte della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano, che ha “azzerato le curve” di San Siro con 18 arresti, è emerso “il rapporto tra Lucia Federico Leonardo (Fedez)”, che non risulta indagato, e il capo ultrà milanista Luca Lucci, destinatario di ordinanza in carcere e “il gruppo di tifosi a questo facenti capo.” Come dette, il rapper milanese non sembra indagato, ma sono finite sotto la lente di ingrandimento alcune intercettazioni, estratte dall’ordinanza del gip Domenico Santoro, riguardo una richiesta di Fedez a Lucci per un “suo intervento per avere la possibilità di somministrare” una bevanda sponsorizzata dal cantante “all’interno dello stadio Meazza.”

“Ma se voi avete una società di consulenza o una società con la quale possiamo lavorare, ma se io vi appalto a voi la distribuzione di (e qui fa il nome della Boem, la bibita in lattina dal sapore di zenzero prodotta da lui e Lazza, ndr)? All’interno dello stadio…e vi prendete una percentuale…eh capito?” Le parole del rapper nelle intercettazioni con Lucci, datate 26 ottobre 2023. E il capo ultras si offre anche per far da intermediario con gli interisti. “Se vuoi mi muovo anche con l’Inter, perché lui fa anche quelli dell’Inter…quindi…io se vuoi, te le faccio mettere in entrambe le partite …va bene…per dentro lo stadio…per dentro lo stadio, non c’è problema.”

La spedizione punitiva

Dopo circa un mese e mezzo da quella intercettazione Fedez parlava, inoltre, sempre con Lucci, “di una persona fidata” che “potesse occuparsi della sicurezza sua e della sua famiglia”. Si discute anche di avvicinamenti tra i due riguardo “tessere preliminari accordi in ordine all’acquisizione, in società tra di loro, del locale denominato ‘Old Fashion'”, famosa discoteca di Milano. In tal caso”si inserisce una vicenda di indubbio interesse per le indagini”. Scrive il gip Santoro. “Non certo per la presenza di Fedez quanto piuttosto perché l’episodio comprova come una frangia degli ultras del Milan si sia trasformata in una sorta di gruppo violento dedito a spedizioni punitive, anche su richiesta.”

E qui entra in scena il pestaggio al personal trainer Cristiano Iovino, episodio, tra gli altri, all’interno dell’accusa di associazione per delinquere ad otto ultras milanisti. Tra questi il capo Luca Lucci, ma anche Christian Rosiello, bodyguard del rapper.

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