Il rapper è stato travolto dalle critiche, dopo la tragedia che ha colpito l’intera comunità di Orzieri
Nella serata di ieri, una terribile tragedia ha colpito la comunità di OFedez canta dzieri, cittadina sarda in provincia di Sassari, dove Gioele, un bambino di soli 10 anni, è morto schiacciato da una porta su un campo di calcio.
Nelle stesse ore, nello stesso paesino, era in programma la festa della Beata Vergine del Rimedio: il sindaco Marco Peralta, su suggerimento degli “organi di pubblica sicurezza” aveva deciso di non interrompere i festeggiamenti, “visto il gran flusso di persone” giunte da tutta la Sardegna per il concerto di Fedez.
Il rapper, dunque, è stato travolto dalle critiche non solo per aver cantato, ma anche per aver postato su Instagram una serie di storie che definivano quella di ieri come una “serata magica“.
Non pochi hanno fatto notare al cantante come che quelle frasi avrebbero potuto essere inopportune in un momento di dolore straziante per una famiglia del posto. L’ormai ex marito di Chiara Ferragni ha poi cancellato le stories della serata.
La versione di Fedez e l’attacco ai giornalisti: “Fate schifo”
“Ieri ho suonato a Ozieri, in provincia di Sassari” – ha detto Fedez tramite il suo profilo Instagram.
“Sono stato avvertito di questa terribile tragedia poco prima di salire sul palco. Prima di esibirmi ho chiesto a tutto il pubblico, più di 15mila persone, di fare un minuto di silenzio per commemorare Gioele ed esprimere la vicinanza di tutta la piazza alla famiglia, e nessuno si è permesso di dire nulla. Nessuno. Vergogna chi? Ma come si fa, ragazzi?“.
Successivamente, il rapper ha collegato la polemica a un altro episodio circolato sui social qualche giorno fa: “Solo perché è diventata virale la roba dell’autotune che era sbagliato dobbiamo inventarci una ca**ata, senza un minimo di rispetto verso una tragedia del genere?”.
Infine, un attacco ai giornalisti: “Questa la dice lunga sullo stato dell’informazione italiana. Fate schifo al ca**o, amici miei”.
Fedez canta dopo la morte di Gioele: la spiegazione del sindaco
In verità, da ore, numerose persone avevano chiesto lo stop immediato alle celebrazioni della festa della Beata vergine del Rimedio, a testimonianza del clima di grande tristezza e dolore che era subentrato a Ozieri dopo la morte di Gioele.
Polemiche che avevano costretto anche il sindaco a fornire una spiegazione.
“La perdita di una giovane vita è un dolore incommensurabile. Le parole servono a poco”, ha scritto sulla sua pagina Facebook il primo cittadino, Marco Peralta.
“È il momento del silenzio, del rispetto del dolore altrui e della riflessione. Oggi la nostra Comunità è stata colpita da un’immane tragedia: un piccolo angelo, Gioele, non è più tra noi. Il pensiero va alla famiglia che, in questo momento, sta vivendo il dolore più grande che si possa provare: la perdita di un figlio. L’amministrazione comunale si stringe intorno alla Famiglia, che non ha più il suo piccolo angelo”.
Il primo cittadino ha poi esteso il discorso ai festeggiamenti della Beata Vergine del Rimedio.
“È doveroso infine precisare che, visto il gran flusso di persone”, conclude il sindaco, a proposito del programmato concerto di Fedez, “gli organi di pubblica sicurezza hanno ritenuto di non dover sospendere l’evento in programma per ragioni di ordine pubblico” – ha sottolineato.
Morte Gioele, stop ai festeggiamenti della Beata Vergine del Rimedio
Tuttavia, oggi l’associazione Beata Vergine del Rimedio ha annunciato lo stop ai festeggiamenti civili previsti per oggi a Ozieri. Lo ha fatto con un post su Facebook nel quale ha deciso di limitare i commenti. “A seguito della tragedia accaduta ieri nella nostra città, la Società religiosa Beata Vergine del Rimedio, svolte tutte le considerazioni del caso, ritiene opportuno annullare i festeggiamenti civili e processione di gruppi folk e cavalieri di oggi domenica 15 settembre. Confermiamo le celebrazioni prettamente religiose stringendoci con affetto al dolore della famiglia. Una scelta dolorosa ma dovuta. Una scelta che avremmo dovuto prendere già da ieri ma impossibilitati per motivazioni di ordine pubblico e tecnico-logistiche alle quali ci siamo dovuti attenere scrupolosamente“.