I fatti risalgono alla notte tra il 9 e il 10 settembre del 2011 quando la 23enne soffocò in seguito ad un gioco erotico finito male

Paola Caputo, studentessa pugliese di Guagnano di 23 anni, morì soffocata 13 anni fa in seguito a un gioco erotico finito male.
La vittima, insieme a un’altra ragazza, venne coinvolta nel “gioco” da Soter Mulè, ingegnere romano 56enne: l’uomo dovrà versare ai familiari della vittima un maxi risarcimento da oltre un milione di euro.
I giudici del Tribunali di Roma, inoltre, lo avevano condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere, con l’accusa di omicidio colposo.

La ricostruzione della tragedia

I fatti risalgono alla notte tra il 9 e il 10 settembre del 2011 quando la ragazza soffocò in seguito ad un gioco erotico finito male praticato in un garage dell’Agenzia delle Entrate e dell’Enav a Roma, in via Settebagni, alla “Bufalotta”.
Qui, la 23enne aveva incontrato Mulè e l’amica Federica per praticare lo “shibari“, una forma di bondage secondo legatura giapponese, a sfondo erotico, cui il gruppo si dedicava spesso.

In particolare quella notte i tre si incontrarono per raggiungere un locale sulla Casilina.
Dopo aver consumato dell’alcol, si recarono nel vano caldaie di quel garage dove Federica lavorava come usciera. Poi l’inizio dei giochi erotici e la chiamata di Mulè alle 4.40 al 118: Paola non si muoveva più, era rimasta soffocata. Le due amiche, legate a mo’ di bilancia, facevano da contrappeso con i propri corpi l’una all’altra. Salendo, il soffocamento procurava un piacere simile all’orgasmo ma quella notte le corde furono strette troppo. Nell’auto di Mulè, i poliziotti trovarono diversi sex toys.

Maxi risarcimento per la famiglia di Paola

Inizialmente, ’ingegnere romano fu condannato a 4 anni e 8 mesi per omicidio preterintenzionale.
Tuttavia, la pena fu successivamente ridotta a 3 anni e 6 mesi a causa della derubricazione dell’accusa a omicidio colposo. Ora la sentenza del Tribunale Civile di Roma.

Continua a leggere su Chronist.it