L’incontro tra Khelif e Carini e la successiva sconfitta lampo dell’italiana, dopo appena 46 secondi, hanno alimentato critiche e sospetti nei confronti dell’atleta algerina. Imane Khelif, infatti, ha un tasso di testosterone più alto della media delle donne e ciò l’avrebbe, forse, avvantaggiata. Riguardo alla querelle Carini Khelif, in queste ore è intervenuta anche Federica Pellegrini. La divina, che ha definito il tema “ultra delicato”, non ha comunque rinunciato ad esprimere il suo giudizio.

Polemiche sull’incontro tra Khelif e Carini: parla Federica Pellegrini

Le polemiche successive all’incontro tra Khelif e Carini, infatti, hanno alzato un vero e proprio polverone mondiale e anche la “Divina” Pellegrini ha voluto esprimere il suo giudizio sulla vicenda. “Io sono inclusiva da sempre”, spiega l’ex nuotatrice italiana. “nello sport però esiste la fisiologia ovvero il come ci presentiamo non il come siamo o come ci sentiamo ed esistono delle regole. Siamo tutti socialmente aperti e io sono felice se una persona trans decide di cambiare genere perché significa che ha trovato il proprio benessere”.

Tuttavia, non credo che sia lecito vedere chi decide per una transizione da uomo o donna rientrare nella categoria sportiva femminile. I tempi di un effettivo cambio ormonale e di forza e di potenza sono troppo lunghi e non sono compatibili con la competizione. Per troppo tempo non ci sarebbe equità, ma Khelif non appartiene a questa categoria, ha sempre gareggiato. Non c’è tema di protesta”.

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“La caccia alle streghe mi fa vomitare”

La Pellegrini, infine, rivela di aver parlato con Carini la sera prima dell’incontro con Khelif. “Le ho detto: ‘Mi spiace tu sia costretta a gareggiare nel caos’. Lei era motivata, ripeteva ‘sono pronta, ce la metto tutta’. È un’atleta, reagisce in questa modalità, ma Angela non poteva essere serena, non era nelle condizioni per concentrarsi sulla sua boxe. Così come l’avversaria, che si è ritrovata definita in qualsiasi modo. La caccia alle streghe non si sopporta e mi fa vomitare”.

Infine, il commento sul ritiro dell’atleta italiana dopo appena 46 secondi. “Esistono le caratteristiche di base, ci sono tanti avversari ingiocabili, almeno in un dato momento. Se mi fossi mai tuffata contro Katie Ledecky nei 1500 metri avrei perso prima di iniziare. Non ci avrei magari provato perché in quella distanza è infinitamente più forte di me. Detto ciò, ognuno ha diritto di decidere quale è il limite per sé e l’azzurra non è da criticare perché si è ritirata”.

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