Il caso dell’atleta algerina affetta da iperandrogenismo fa discutere, specie in vista del suo incontro con l’azzurra Angela Carini

Imane Khelif, chi è la pugile che sta facendo scandalo alle Olimpiadi? Il caso di Imane Khelif alle Olimpiadi 2024 ha suscitato un acceso dibattito. Ciò specialmente in vista del suo incontro contro l’azzurra Angela Carini nel torneo dei pesi welter. La pugile algerina era stata esclusa dai Campionati mondiali di boxe femminile IBA nel 2023. La decisione a causa degli elevati livelli di testosterone rilevati, ma è stata ammessa ai Giochi di Parigi dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Una decisione che ha sollevato indignazione e polemiche, con dichiarazioni ufficiali anche da parte del CONI e di esponenti politici italiani.

La storia di Khelif è complessa e intrecciata con questioni mediche e sociali. Nel 2023, durante i Campionati mondiali in India, è stata fermata per alti livelli di testosterone, similmente alla pugile taiwanese Lin Yu-ting. Khelif ha sempre sostenuto che i suoi livelli di testosterone sono naturalmente elevati. Non si tratta quindi di doping o di essere una donna trans, come erroneamente insinuato da alcuni media senza prove tangibili.

Imane Khelif, chi è la pugile che sta facendo scandalo alle Olimpiadi

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Il Comitato Olimpico Internazionale ha chiarito che tutti gli atleti partecipanti ai Giochi rispettano i regolamenti di idoneità e medici applicabili. Nonostante ciò, l’inclusione di Khelif ha riacceso le discussioni sulle regole relative ai livelli di testosterone nelle atlete femminili. Secondo i risultati della ricerca presentati al meeting annuale della Società Europea di Endocrinologia del 2019, “le atlete di alto livello hanno maggiori probabilità di avere livelli di testosterone più elevati e disturbi lievi, nonché condizioni più gravi e rare che aumentano i livelli di testosterone. Questi risultati suggeriscono che livelli di testosterone più elevati possono migliorare le prestazioni fisiche nelle donne, a livelli più paragonabili alla fisiologia maschile”.

Il dibattito è complesso anche a causa delle condizioni socio-legali in Algeria. Qui l’omosessualità è criminalizzata e non esistono leggi che proteggano dalle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. Questo contesto rende ancora più difficile per atleti come Khelif affrontare accuse e pregiudizi.

Nonostante le polemiche, Khelif rimane focalizzata sul suo obiettivo di vincere la medaglia d’oro, desiderando ispirare altre giovani algerine a intraprendere lo sport nonostante le difficoltà. La sua storia, pur intricata, è un simbolo di resistenza e determinazione. Il coach della nazionale algerina, Abdelghani Kenzi, ha dichiarato: “È una ragazza di talento, siamo ottimisti sulle sue chance di vincere la medaglia d’oro. Hadjila Khelif e anche Romaissa Boualam hanno le potenzialità per avere dei grandi risultati”.

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