L’abbraccio, lo sguardo, gli applausi fragorosi dopo la vittoria – sudata – di Jannic: le parole del rivale Matteo
Due giorni fa, prima del match a Wimbledon, Jannik Sinner e Matteo Berrettini giocavano con un pallone da calcio, come due amici. In campo, si sono affrontati in una battaglia di quattro ore, con Sinner che ha vinto, ma è uscito stremato dai colpi di Berrettini, in grande forma. Dopo il match, si sono stretti la mano e abbracciati, scambiandosi parole sincere. “Bravo Matteo, bella partita”, ha detto Jannik. “Grande Jannik, bravissimo”, ha risposto Matteo, guadagnandosi entrambi una standing ovation dal pubblico del centrale.
È stato emozionante vedere il campione degli Australian Open rendere merito a Berrettini, rigenerato dopo tanti infortuni. Berrettini è uscito dallo Slam, ma a testa alta, tra gli applausi fragorosi degli spettatori che hanno apprezzato la sportività e il profondo rispetto mostrati da entrambi. Un vero spettacolo su un palcoscenico storico.
Wimbledon, Berrettini ‘affida’ a Sinner una missione: cosa si sono detti in campo
Sull’erba di Wimbledon, Berrettini aveva sfiorato il successo contro Novak Djokovic tre anni fa. Su quel prato, ha dimostrato al mondo che è tornato ai massimi livelli. “A rete l’ho accarezzato e gli ho detto di andare fino in fondo, di andare a vincere Wimbledon”, ha detto Berrettini. Ha affidato a Sinner un compito che è quasi una promessa solenne: “Mi raccomando, adesso tocca a te.”
“Berrettini è un giocatore talmente forte sull’erba che ogni dettaglio può fare la differenza. Poteva succedere di tutto”, ha affermato Sinner, sottolineando la difficoltà del confronto con Berrettini. “Matteo mi ha fatto l’in bocca al lupo e ha detto di andarmi a prendere Wimbledon, ci proverò.”
Il match è stato una prova di maturità per Sinner e la conferma che il suo successo non è solo dovuto all’assenza di Djokovic. La sfida contro Berrettini è stata estenuante e Sinner ha dimostrato di meritare il suo posto tra i migliori. Tornare ragazzi e crederci ancora un po’: questo è il messaggio che Sinner porta con sé nel suo cammino verso il titolo di Wimbledon.
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