“Nostro figlio discriminato” – la replica dei genitori
Un bambino di 4 anni è stato escluso dall’asilo paritario di Olbia che frequentava. Gli insegnanti della scuola hanno definito il piccolo “troppo vivace, bisognoso di molta attenzione e fonte di distrazione per gli altri bambini della classe”. Così, hanno chiesto ai genitori di assumere a loro spese un educatore che potesse seguire il bambino in classe. La replica dei genitori del bimbo non si è fatta attendere: hanno rifiutato questa richiesta e si sono rivolti all’avvocata Oriana Erittu per diffidare i gestori dell’asilo, sostenendo che si tratta di una vera e propria discriminazione ai danni del loro figlio.
Bambino “troppo vivace” allontanato dall’asilo: “La situazione sta degenerando”
“La situazione sta degenerando” – ha dichiarato la legale all’Ansa. “Anche dopo la diffida formale, nulla è cambiato e il bambino non sta ancora frequentando la scuola. Speravamo che la diffida bastasse a farli tornare sui loro passi, ma così non è stato”. L’avvocata Erittu ha inoltre sottolineato che il bambino non ha ricevuto alcuna diagnosi di patologia né una certificazione che attesti una disabilità.
La famiglia è in attesa di una valutazione neuropsichiatrica, ma al momento il bambino risulta senza alcun problema specifico, a parte la sua vivacità. Erittu ha trasmesso la diffida e una segnalazione agli uffici della Regione, competente sulle scuole paritarie alle quali eroga contributi.
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“La scuola deve essere inclusiva”
L’avvocata Erittu ha spiegato che l’istituto, in quanto paritario, è tenuto a rispettare la normativa “che è identica a quella della scuola pubblica. Non avrebbero mai potuto allontanare il bambino a causa di una patologia – ha aggiunto la legale- perché la scuola deve essere inclusiva“.
Erittu ha richiesto un intervento immediato per garantire il diritto del bambino all’istruzione. Della vicenda è stata informata anche l’assessora alla Pubblica Istruzione del Comune di Olbia, Sabrina Serra. “Premetto che le scuole paritarie non sono di competenza del Comune” – ha precisato l’assessora.
“Tuttavia, laddove dovessero arrivare delle richieste, provvederemo a cercare di risolvere la situazione per garantire in primis al piccolo la giusta formazione ed educazione e per sostenere la famiglia”.