Nel processo in corso a Londra, AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che il vaccino anti Covid può causare effetti collaterali come trombosi

Per la prima volta il gigante farmaceutico AstraZeneca ha ammesso che il suo vaccino contro il Covid-19 può causare effetti collaterali, quali, ad esempio, la trombosi. L’azienda è stata costretta a difendersi in tribunale contro le migliaia di cause legali intentate dalle famiglie di presunte vittime del vaccino in questione, spiegando che “per motivi ancora sconosciuti il vaccino può causare trombosi.”

E tale dichiarazione, impressa chiaramente nelle carte del processo in corso a Londra, ha scatenato, come facilmente intuibile, un enorme polverone. Su un delicatissimo tema, poi, che tanto ha fatto parlare negli scorsi anni. Già dal 2021, quando sul mercato erano arrivati i primi vaccini per contrastare l’avanzata micidiale del virus. Secondo gli avvocati che stanno lavorando al processo, se l’azienda farmaceutica dovesse perdere sarebbe costretta a risarcire le vittime fino a 255 milioni sterline.

Secondo quanto riportato dal Daily Mail sono cinquantuno le famiglie che stanno perseguendo un’azione legale contro il gigante farmaceutico. Sostenendo che il vaccino “difettoso” era da sospendere o quantomeno da studiare in maniera più approfondita. Tuttavia, stando sempre alle informazioni raccolte dal quotidiano britannico, alcuni casi potrebbero chiudersi sul nascere. O essere molto al di sotto dei 5 milioni di sterline di risarcimento. Alcuni di essi potrebbero risultare non riconducibili agli effetti collaterali, tra l’altro rarissimi, del vaccino.

Ma ciò che ha avuto più risalto durante il processo a Londra è il fatto che AstraZeneca ha ammesso – per la prima volta in assoluto – che il suo vaccino potrebbe causare una sindrome da coagulazione del sangue legata ad alcune delle cause legali. L’azienda con sede a Cambridge ha riconosciuto in un documento legale presentato all’Alta Corte a febbraio che il suo vaccino “può, in casi molto rari, causare TTS”. Ovvero trombosi con sindrome trombocitopenica.

Il caso di Camilla Canepa

In Italia, invece, aveva fatto parecchio discutere il caso della giovane Camilla Canepa, la 18enne deceduta a giugno del 2021 dopo essere stata vaccinata con il farmaco di AstraZeneca. La Procura di Genova ha recentemente stabilito che poteva con “elevata probabilità sopravvivere”. Inoltre, ha messo sotto indagine cinque medici del pronto soccorso di Lavagna, dove la giovane era giunta la sera del 3 giugno. Con sintomi di una presunta reazione avversa al vaccino. La 18enne è morta a causa della Vitt, una rarissima trombosi cerebrale.

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