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Ludopatie digitali, arriva il documentario “Dipendenze: No, Grazie!”

Ludopatie digitali, arriva il documentario “Dipendenze: No, Grazie!”

Ludopatie digitali, arriva il documentario “Dipendenze: No, Grazie!”

Il progetto della Global Thinking Foundation volto a contrastare le dipendenze digitali attraverso il racconto di storie: presentazione il 24 aprile a Palermo.

Ludopatia, shopping compulsivo, trading online e abuso di tecnologie, sono forme di dipendenza senza sostanza – dette new addiction – che hanno un impatto molto evidente sul budget familiare, esponendo i cittadini e le famiglie a problematiche legate a sovraindebitamento e al rischio di essere vittime di fenomeni di usura ed estorsione.

Ludopatie digitali, arriva il documentario “Dipendenze: le parole di Claudia Segre

Per conoscere questi temi e sensibilizzare l’opinione pubblica è nato il progetto “Dipendenze: NO, Grazie!” dalla Global Thinking Foundation, finanziato dalla Banca d’Italia, che si è tradotto nel primo documentario che racconta questi fenomeni, da una idea di Serena Spagnolo e Martina Gangi.

«Parlare di dipendenze senza sostanza vuol dire prendere in considerazione e affrontare, contemporaneamente aspetti legati alla salute, legali, finanziari e sociali, concentrando l’attenzione sulle dinamiche relazionali, educative e comportamentali per coordinare l’azione più efficace», ha dichiarato Claudia Segre, presidente e fondatrice della Global Thinking Foundation.

Una narrazione di circa 34 minuti, con la regia di Federico Toscano, che evidenzia la complessità e la multifocalità del fenomeno, e sottolinea l’importanza di affrontare il problema con un’ottica innovativa, che metta al centro la persona, la costruzione della sua identità, la capacità di esercitare il pensiero critico e quella di proiettarsi nel futuro per fare scelte consapevoli.

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«Lo scopo della fondazione – ha spiegato Segre – è quello di proporre attività formative e informative che permettono di migliorare il benessere personale delle persone attraverso la conoscenza di quelli che sono i rischi e le tutele necessarie a prevenire la violenza economica. Lavoriamo moltissimo al Sud dove portiamo le nostre progettualità, ma Dipendenze: No, Grazie! verrà portato anche alle Scuole del Nord ove le problematiche sociali per le nuove generazioni sono le medesime ed il trend di crescita purtroppo costante».

I problemi più gravi del gioco d’azzardo

Raccontato per capitoli, attraverso numerose voci di istituzioni e associazioni, intervallate dal racconto di storie vere, mette in luce il lavoro svolto nel Comune di Palermo e, in particolare nei quartieri Kalsa, Montegrappa-Santa Rosalia, Borgo Vecchio e Brancaccio, caratterizzati da situazioni legate a forme di esclusione e disagio sociale, dove sono stati costituiti 4 sportelli di ascolto e supporto per una costante azione di prevenzione, sensibilizzazione e recupero dei soggetti affetti da dipendenza, per diventare luoghi di dialogo e punto di riferimento per ragazzi e giovani.

Tra i problemi più gravi c’è il gioco d’azzardo, con numeri impressionanti. Nel 2021 sono stati giocati legalmente in Italia 111 miliardi di euro, segnando un +21% rispetto al 2019, coinvolgendo 20 milioni di persone tra i 18 e gli 84 anni, di cui 1,5 milioni con profilo patologico. Le persone coinvolte difficilmente denunciano, anche in famiglia ci si vergogna, e i casi aumentano nei momenti di difficoltà, un mondo fatto soprattutto di disoccupati e pensionati.

Il trading online

E poi c’è il trading online percepito come un gioco. Le criptovalute e il dark web, fino allo shopping compulsivo, di cui ne soffre il 5% della popolazione italiana, soprattutto di donne tra i 30 e i 40 anni.

«Sulla base dei risultati provenienti dall’analisi dei dati emersa dal processo di valutazione complessivo realizzato sul territorio – ha spiegato il professor Gioacchino Lavanco – è stato possibile individuare alcuni spunti utili a promuovere delle buone prassi per il futuro, estendibili alla prevenzione dei comportamenti di spesa disfunzionali, connessi a meccanismi di addiction. Sebbene i ragazzi non abbiano un budget “autonomo” vero e proprio, come quello degli adulti lavoratori, hanno comunque delle somme di denaro a cui attingere regolarmente e quindi un certo “potere di acquisto”. È ampiamente supportato che programmi di prevenzione efficaci prevedano una componente attiva volta allo sviluppo pratico di abilità (skills) e competenze, attraverso istruzioni operative ed esperienze interattive. Questa necessità sembra essere particolarmente cruciale se si considera il denaro per i giovani come un tema spesso molto lontano, il quale ha bisogno di essere approcciato, all’interno di un programma di prevenzione, in modo più effettivo».

«Altrettanto importante – ha aggiunto Lavanco – è un empowerment specializzato degli operatori, mirato non solo a considerare la povertà (economica, educativa, culturale, ecc.) come fattore predittore/precursore o sintomatico dei problemi di dipendenza connessi alle spese, ma primariamente ad intercettare una relazione impulsiva con il denaro (speso, ricercato o procurato), in cui il decision making economico è guidato da stati emotivi di stress, noia o tristezza, dal bisogno di appartenenza, inclusione e approvazione, spesso connessi a specifici codici socio-culturali, comuni e trasversali alle diverse stratificazioni economiche di reddito».

I numeri del progetto

2 borse di studio, 24 partner, di cui 4 istituzioni e 6 ordini professionali. 7 scuole e 3 parrocchie coinvolte, 11 eventi. 10 attività/laboratori. 150 famiglie segnalate dai servizi sociali del Comune di Palermo. Coinvolti 600 ragazzi, 30 insegnanti/formatori, 30 operatori sociali e sanitari, 150 professionisti e 300 cittadini.

L’opera verrà proiettata mercoledì 24 aprile alle ore 10 all’Università degli Studi di Palermo (Edificio 15, Aula Consiglio, 2° piano, Viale delle Scienze).

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