Il caso Sangiovanni: “Io ho vissuto una cosa che in Italia si vedeva ai tempi di Celentano”

Gianluca Grignani ha parlato della pausa momentanea di Sangiovanni, oggetto di discussione sui social e non solo: “Al posto mio sarebbe morto di fatica”. L’artista si è confessato nell’intervista rilasciata al Messaggero, parlando di tantissime cose, compreso il tour in corso. Lo stesso che ha fatto discutere per i problemi tecnici della prima tappa, tanto che hanno costretto l’eccentrico artista ad abbandonare il palco, salvo poi tornare dopo l’insistenza dei presenti. Nell’occasione, il cantante è stato costretto ad esibirsi senza l’accompagnamento musicale prima di sfogarsi con la propria band.

“Non mi sono arrabbiato. E comunque non ho molto da dire di più. Prossima domanda, grazie”, il tema non gli piace. Ma dal quotidiano romano hanno insistito: ha voluto far sapere ai suoi musicisti che gli vuole bene. Lo ha fatto sui social. “Io coccolo, più che sentirmi coccolato. Sono sempre per gli altri, solo per gli altri. Anche troppo. Sono un finto difficile. La verità è che sono troppo buono. E infatti se ne approfittano”. In vista del trentesimo anniversario della canzone “Destinazione paradiso” del prossimo anno, prevede di “suonare sui palchi dei festival rock europei. Magari anche alle 15, sotto al sole, gli orari che non vuole fare nessuno. Che ca… me ne frega: potrò dire di averlo fatto”.

Gianluca Grignani: “A un certo punto ho pensato di dover morire per essere compreso”

In un modo o nell’altro, si arriva a parlare di Sangiovanni. Il giovane collega ha preso una pausa, ha rivelato di sentirsi “bruciato dalle pressioni e dalle aspettative”, una fase che Gianluca Grignani ha vissuto sulla sua pelle.

“Se avesse vissuto quello che ho vissuto io agli esordi, a quest’ora sarebbe morto di fatica. Io ho vissuto una cosa che in Italia si vedeva ai tempi di Celentano e che poi non si è più vista: quando andavo a presentare i dischi, le città si bloccavano per via dei bagni di folla. Però lo comprendo. Io mi sfogai con La fabbrica di plastica: se sono ancora qui, è un miracolo”.

Non si va per il sottile, Grignani è uno da “grandi successi, guai giudiziari, apparizioni pubbliche da dimenticare”, come domandano dal Messaggero: in tutto ciò, chi è Gianluca Grignani oggi, a 51 anni? “Uno al quale non frega una mazza del passato. E che fa sul serio”. Poi approfondisce: “È per dire che ora non ho più scuse. Tra quindici giorni vado a incidere il disco: tutto il lavoro che ho fatto in questi ultimi anni sta per concretizzarsi”. Infine, la conversazione ha assunto un tono più serioso quando si è parlato dei momenti più difficili, artisticamente parlando.

In passato, Grignani si è sentito “relegato ai margini”. Il suo pensiero testuale:

“A un certo punto ho pensato di dover morire per essere compreso. Sia chiaro: non ho mai pensato a gesti estremi. Ma pensavo: ‘Forse mi capiranno solo quando sarò morto’. Oggi? No. Ora sento di aver trovato il mio posto. Il mio chitarrista dice che ho grignanizzato il rock’n’roll. Ai tempi de La fabbrica di plastica mi dicevano: ‘Ma dove vuoi andare, ragazzino?’. Poi ho dimostrato di essere un rocker nato”.

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