A distanza di pochi giorni dalla partita di lunedì a Napoli in cui il tifo, per ragioni di scommesse, era tutto contro di lui, Raul Brancaccio è ancora amareggiato

Lunedì scorso al centrale del Tennis Club Napoli, si è assistito a qualcosa di scandalosamente surreale: il tennista napoletano Raul Brancaccio è stato sommerso dai fischi dei propri tifosi di casa, per motivi di scommesse. Era una bolgia assurda e in campo si affrontavano l’italiano e il francese Pierre-Hugues Herbert. La maggior parte del tifo era per il transalpino che è rimasto di sasso davanti all’orribile morbo delle scommesse.

Un problema che distrugge completamente lo sport specie challenger come quello di Napolli che non fa parte del circuito di prima fascia ma rappresenta terreno fertile per scommettitori incalliti che puntano forte soprattutto su questo genere di tornei. Il motivo? Semplicemente perché i controlli sono minori e i courtside players, ovvero quelli che sono fisicamente presenti in tribuna possono avere qualche istante in anticipo sui live betting dei bookmakers. E ciò sta a significare una cosa piuttosto rilevante: che si può scommettere dal vivo sia sull’esito dell’incontro che sui singoli punti di ogni set.

E Raul Brancaccio si è trovato solo, fischiato in casa, in un clima assurdo. La maggior parte delle puntate, infatti, vedevano Herbert vincente. O probabilmente gli scommettitori presenti hanno scommesso live su una rimonta del francese che stava perdendo il primo set 6-3 ed nel secondo si trovava sotto 5-4. Così Brancaccio si è trovato ad avere addirittura 7 match point. Ognuno di essi, però, annullati dal francese tra le urla e gli strepitii della folla accanita.

“È stato un inferno, non esagero. Mi urlavano di perdere il punto perché avevano giocato le bollette.” Ha detto amareggiato il tennista di Torre del Greco. Herbert ha tenuto il servizio e dal 5-5 Brancaccio non ha più vinto un game, sprofondando agonisticamente 7-5/6-0. Una ferita troppo profonda quella inferta dal pubblico di casa a un conterraneo. Come ha raccontato, affranto, in un post sul suo profilo Instagram.

“Sono l’unico campano nel ranking del tennis e giocare a Napoli era un mio obiettivo, ci tenevo in maniera particolare. Ho ricevuto la wild card e tutto sembrava procedere bene, il primo set point vinto tranquillamente, poi la sfortuna con 7 match point buttati al vento, alcune palle fuori di poco e altre finite in rete.”

E le cose sono iniziate a farsi orribilmente surreali quando al servizio ci è andato lui. “Mi urlavano ‘fai doppio fallo, sei scarso, mi sono giocato il punto per la bolletta’. Ho cercato di non dare peso a queste cose, ma ti fermi a pensare e diventa tosta, soprattutto perché è capitato nella mia città e non mi aspettavo di certo una cosa del genere. Davvero vergognoso, anche in altri tornei è accaduta la stessa cosa ad altri miei colleghi. Minacce e insulti non dovrebbero far parte di questo sport che prima non era nemmeno sfiorato da tali atteggiamenti. Ora c’è una deriva legata alle scommesse”.

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