Ti sei mai chiesto cosa vuol dire il termine “boomer”? Molte volte avrai sentito dire: “Quanto sei boomer!”. Probabilmente spesso, forse troppo. Perciò, in questo articolo scopriremo e affronteremo una volta per tutte i termini giovanili più utilizzati per stare al passo con i tempi. Buon divertimento!
Oggi, la nostra società è invasa dai cosiddetti prestiti linguistici, gli anglicismi che rendono sempre più accattivante un discorso, una parola oppure un testo. Soprattutto le nuove generazioni, grazie all’avvento della Platform society (Facebook, X, Instagram, TikTok e Threads), sono influenzati e bombardati da tanti video in cui si utilizza un nuovo linguaggio in codice attraverso cui molti fanno fatica a riconoscersi, i cosiddetti boomer, rispetto ai giovani di oggi.
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La guida del linguaggio giovanile
Anzitutto, prima di entrare nel vivo dell’argomento, bisogna chiarire una volta per tutte il termine “boomer“. Cosa vuol dire questa parola? Viene dall’epoca dei Baby-Boomer, nati fra il 1946 e il 1964. I giovani lo usano per dire “vecchio” o per descrivere chi ha atteggiamenti da ‘nonnino‘.
Allargando il singolazione dizionario, probabilmente avrai letto o sentito pronunciare anche il termine “Killare”. Questa parola è uno slang, un prestito linguistico e significa “fare fuori qualcuno” (dall’inglese “kill”): “Se non la smettete vi killo”. In sostanza, deriva dal gergo utilizzato nei videogiochi.
Il “mood” è lo stato d’animo, l’umore. Ti lovvo è un altro slang preso in prestito dall’inglese “love”, per dire che ami qualcosa o qualcuno.
Shippare viene da “shipping”, che deriva da “relationship”. Si utilizza per sottolineare che vorresti vedere due persone insieme e innamorate.
Triggerare vuol dire “provocare”.
Flexare, sta a significare “ostentare”.
Ghostare, vuol dire “sparire improvvisamente dalla vita di qualcuno senza dare alcun tipo di spiegazione”.
Chill, vuol dire “stai calmo, stai tranquillo”. Si utilizza per evidenziare un momento di relax, “sono nel chilling”.
BFF, sono le cosiddette “migliori amiche”.
Droppare, il nostro antico “postare sui social”.
Snitchare, vuol dire “fare la spia”.
Cringe, vuol dire “imbarazzante”.
Camperare: restare fermi in un punto mentre si gioca, trucco tipico dei videogiochi.
Crushare, avere una cotta per qualcuno. In inglese “crush” è la classica cotta.
Traiardare, essere super impegnati in qualcosa, deriva da “try hard”.
Drepa e Drema, per dire padre e madre, ma con le sillabe invertite.
Nerdare, è l’azione nella quale ci si immerge anima e copro in qualcosa. Nasce principalmente nel mondo dei videogiochi, ma il termine viene utilizzato anche per altre dinamiche di vita quotidiana. “Oggi nerdo”, è un’espressione comune tra gli studenti: significa che il soggetto in questione passerà l’intero pomeriggio a giocare ai videogiochi.
LOL sta per qualcosa di divertente.
Scam o scammare, sostantivo e verbo che richiamano la “fregatura”, la “truffa”. “Mi hanno scammato”, esempio per dire: “Mi hanno truffato”, o “mi hanno fregato”.
Scialla: molto simile all’espressione “stai nel chilling”, significa “stai tranquillo, rilassati”. Si usa anche senza interazione diretta: “Oggi scialla”, come per dire giornata tranquilla, va tutto bene.
Simp, sostantivo utilizzato per identificare una persona che nel gergo tra ragazzi (e non) viene riconosciuta come “sottona”, altro termine da giovani. Quindi chi si innamora facilmente di una o più ragazze, chi è particolarmente gentile con il sesso femminile per ottenere un compiacimento. In generale, con questo controverso sostantivo, i giovani identificano i ragazzi (spesso utilizzato per il genere maschile) piuttosto “servizievoli” con il gentilsesso.
Skippare, come s’intuisce, deriva dal verbo “to skip” in inglese, che significa “saltare”, passare allo step successivo. Per un più semplice riconoscimento del significato del termine giovanile, basta pensare all’azione che compiamo sul nostro smartphone quando “skippiamo” o “saltiamo” la pubblicità in un video su YouTube ad esempio. Passare quindi a qualcos’altro.
Snitch, con questo termine si identifica lo “spione” del gruppo. Chi fa la spia, banalmente.
Bro, niente di più semplice: è il diminutivo del termine brother, fratello. Ad incuriosire qui è anche il modo in cui si è evoluto questo termine nel tempo. Non si tratta infatti di un riconoscimento puramente “gentile” verso il prossimo. Sui social spesso si usa anche per punzecchiare qualcuno, spesso parlando del soggetto in questione accompagnando l’articolo davanti: “Il bro non sa che…”.
Drip, termine non molto in voga, si usa per identificare un individuo che ha buon gusto nel vestirsi. Una sorta di sinonimo di “ganzo”, altro termine giovanile usato per definire qualcuno o qualcosa come “interessante, bello” o “utile”. “Quest’app è ganza”.
Easy, come suggerisce il significato del termine inglese, sta per qualcosa di “semplice, facile”, anche “rilassante”. “Questa cosa è stata easy”.
Ma non è finita qui. I giovani di oggi si divertono a parlare al contrario o invertire le parole. Un esempio lampante è il nome d’arte del cantante Rkomi, il quale ha preso il suo nome da Mirko.
Igrumare, fare l’amore.
Polleggiare, stare tranquilli.
Nabbo, qualcuno che è negato in qualcosa, soprattutto nei videogiochi.
Ben consapevoli che il vocabolario giovanile non è tutto qui ed è in continua evoluzione, per ora diciamo che è sufficiente come test per capire quanto siete boomer. Come è andata?
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