L’artista lascia per sempre il Festival di Sanremo: l’addio annunciato nell’ultima intervista di Loredana Bertè

Loredana Bertè è ai titoli di coda, quantomeno con il Festival di Sanremo. Nel corso dell’intervista rilasciata al Messaggero, ha ripercorso tutta un’intera carriera, sin dai primi tempi del trasferimento a Roma dalla sua Bagnara Calabra, sebbene fosse cresciuta a Porto Recanati, dove il padre era il preside di una scuola in provincia di Macerata. Una quindicenne Loredana disse addio alla provincia per seguire la sorella Mia “Mimì” Martini, diretta verso l’ambizione di diventare una stella della musica.

La Bertè si iscrisse all’istituto d’arte di via Merulana, a pochi passi dal teatro Brancaccio. Sapeva di essere bella e desiderata, quindi provocava:

“Arrivavo in minigonna, senza libri e con qualche pennello per dipingere nella tasca. Ero desiderata. Mi spogliavano con gli occhi. Accanto alla scuola c’era un istituto per geometri. Un covo di maschi arrapati. Pur di aspettare che salissi le scale per vedermi le mutande, erano pronti a entrare in ritardo e prendersi una nota. Sapevo che erano lì per me. Ci giocavo, rallentavo, ancheggiavo. A forza di sedurre, la nota me la presi io”.

L’amicizia finita con Renato Zero, l’addio al Festival

Sebbene nella sua vita di arte ne abbia masticata un bel po’, già da allora capì che quell’istituto non facesse per lei. L’arte verso cui era avvezza non c’entrava nulla con il disegno. “Non riuscivo a dare forma alla mia irrequietezza”. Le peripezie di una vita difficile, fatta di sogni e realtà dura, la costringevano ad allontanarsi dai desideri, per sposare la causa del lavoro. Inizialmente fu dura, insieme all’amico Renato Zero (al tempo ancora Renato Fiacchini), cercava di farsi strada per essere considerata, ingaggiata. “Non avevamo una lira”, ha ricordato.

“Ci presentavamo ovunque ci fosse la possibilità di lavorare”. Era un’improvvisazione continua: “Improvvisavamo da vetrine viventi nei negozi di via del Corso o di viale Giulie Cesare. Davamo spettacolo senza fermarci mai. A Roma correre era un’esigenza. E la città un laboratorio”. Oggi Renato Zero e Loredana Bertè non si parlano più: dissapori legati ad un album mai prodotto dal collega, nonostante le promesse.

Quindi la svolta, nel 1974, grazie all’abum “Streaking”, il primo oltretutto. Il resto è storia, destinata a non continuare per quanto riguarda il Festival di Sanremo. Perché? “È stato il mio ultimo. Mi sento sempre un po’ fuori posto. Mi sento più a mio agio in tour che sul palco dell’Ariston”. E, a proposito di palco, l’11 marzo sarà proprio al Teatro Brancaccio di Roma, pronta ad esibirsi con i brani che le hanno dato più successo in carriera. Tuttavia, quella dell’addio al Festival non è propriamente una novità. Ne aveva già parlato a kermesse in corso: “Stavolta sogno in grande, è il mio ultimo Sanremo”, rivelava nella conferenza stampa.

La rottura con Renato Zero

Tutto iniziò nel 1996, con la denuncia di Loredana: Renato le avrebbe “rubato” i diritti di alcune canzoni scritte da lei stessa. Non è ancora chiara la versione reale e probabilmente non scopriremo mai appieno cosa sia successo tra i due. Tuttavia, dopo la denuncia di Loredana, il collega si difese in pubblico, a sua volta accusando l’ex amica di essere “una persona difficile da gestire”. Il tutto è proseguito tra silettate e frecciatine, fin quando la Bertè non raccontò di essere stata “abbandonata in autogrill” dall’ex amico.

Motivo? “Era stufo” di sentire nell’autoradio solo i suoi brani. Nei dettagli, nessuno sa bene cosa sia accaduto tra i due, ma è certo che la Bertè non sia stata felice di aver interrotto il rapporto. Lo dimostra anche la sua autobiografia “Traslocando, è andata così”, pubblicata nel 2016, dove non rivela e non nasconde completamente il dispiacere per la rottura.

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