Che fine ha fatto il folle centrocampista Paul Gascoigne, che faceva parlare più per i suoi vizi che per il talento mostrato in campo? “Sono un ubriacone triste”

Ha giocato nella Lazio, nella nostra Serie A, il folle Paul Gascoigne, ma di club ne ha girati tanti, a cominciare dall’esordio nelle giovanili del Newcastle Utd, per finire al ritiro del 2004 in una breve e anonima parentesi al Bolton: che fine ha fatto l’ex calciatore? Vivace, burlone e festoso. Anche troppo: Paul, ormai lo sanno pure i muri, ha sempe avuto il vizio di alzare un po’ troppo il gomito, aspetto che ne accentuava la sua esuberanza. “Sono un ubriacone triste. La gente conosce Paul Gascoigne, ma nessuno conosce Gazza. Nemmeno io a volte so chi sono per davvero”, ha rivelato in un’intervista a cuore aperto, estratta dal docufilm “Gazza vs Paul”. Ecco perché il parallelismo, il paragone, il raffronto: sono la stessa persona, eppure le due coincidono poco.

Per promuovere il docufilm, si è fatto anche intervistare dal podcast “High Performance”, dove ha raccontato le sue novità, cominciando dagli ultimi trent’anni di vita. Paul ha 56 anni e non fa mistero di passare ormai le giornate e le settimane tra “un centro di riabilitazione e l’altro” a causa del solito e immancabile vizio che lo ha caratterizzato anche per tutta la carriera da calciatore, diventando il tema cardine quando si parlava di lui, di quell’ottimo centrocampista che ha giocato (e segnato) anche per la Nazionale inglese. Dieci anni di carriera con l’Inghilterra e altrettanti goal, spalmati in 57 presenze. Non proprio lo score dell’ultimo arrivato. Ma il rammarico per il suo “what if” calcistico trova poco spazio rispetto ai tanti altri “chissà se…” della propria turbolenta vita.

Gascoigne, ecco che fine ha fatto: “Sono solo e senza casa, lotto per sopravvivere”

Oggi Paul non ha neanche una casa in cui stare. Dove dorme? Un rimedio di fortuna, sempre in un’abitazione, che però non gli appartiene: “Dormo nella stanza degli ospiti” dell’agente Katie Davies. “Prima, quando ero ubriaco, mi sentivo felice. Oggi non lo sono più. Sono un ubriacone triste”, descrivendosi nel podcast. “Non esco a bere, bevo in casa. Se voglio che la giornata sia brutta, so che devo andare al pub. Se voglio che sia una bella, mi basta andare a pescare”. Qualche barlume di lucidità di un uomo che ha fatto sempre più male a sé stesso che non agli altri, ma ciò non gli è bastato per divincolarsi dai margini di una società che gli aveva dato tutto in realtà. Soldi, successi.

E, la lucidità, spesso ha durata breve, cosa di cui ne è più consapevole oggi più di allora. “Il vero problema non è il bere, ma quello che c’è dopo – proseguendo nell’intervista -. Quando poi guardo il mio telefono e trovo 30 messaggi o chiamate perse, so di essere nei guai”. Nonostante i problemi con l’età aumentino, non si dà per vinto, sebbene “l’anno scorso” non sia stato “fantastico”, tutt’altro. “È trascorso ad intermittenza per un paio di mesi. Ma non mi sono mai arreso, e non lo farò mai: il momento in cui mi arrenderò, sarà quando sarò in una bara”. Lo spirito è il solito. L’alcol è diventato un serio problema dopo il ritiro dal calcio giocato: “Non credo di aver mai deluso nessun allenatore, né giocatori o tifosi. Ho deluso piuttosto me stesso”.

Le follie di Gascoigne: gli schiaffi sulla testa di Agnelli

Purtroppo, però, l’alcol è sempre stato suo spiacevole compagno di viaggio anche in tempi non sospetti, mentre deliziava i palati fini dei tifosi con le sue giocate. Ad esempio, ‘i più’ ricordano il gioco della “sedia del dentista” a pochi giorni dall’inizio dell’Europeo del 1996. Il game in questione includeva l’immancabile componente dell’alcol: la sedia, reclinata, non permetteva una facile seduta e i “malcapitati” che vi si trovavano su di essa dovevano essere in grado di bere “restando immobili”. Una bravata che costò polemiche a non finire, ma Paul seppe ripagare con un goal all’esordio, che gli permise di mimare il gesto proprio di quel gioco: provocò, ebbe ragione lui. Sul campo sì, non deludendo tifosi, giocatori e allenatori, come dice ancora oggi. Ma facendo del male, ancora una volta, solo a sé stesso.

Stare qui ad elencare tutte, ma proprio tutte le sue mattanze, sarebbe un lavoro immane. Quindi ricorderemo le più memorabili e le più vicine al nostro mondo. Ad esempio, non possiamo non tornare sull’episodio della finalina di Italia ’90, dove si decidevano terza e quarta Nazionale del Mondiale che si giocò nel nostro Paese. Evento in cui Gianni Agnelli decise di entrare negli spogliatoi della Nazionale inglese solo per conoscere meglio Gascoigne. All’uscita dalla doccia, Paul, ignorando la levatura dell’uomo che si trovava dinanzi, cominciò a schiaffeggiare lo speciale ospite sulla testa. Agnelli fu “tratto in salvo” dal bodyguard personale.

Un’altra marachella combinata fu quella in cui ammonì un arbitro. Già: ribaltò, goliardicamente, i ruoli in campo, prendendo di mira Dougie Smith. Si giocava Hibernian-Rangers e il direttore di gara perse maldestramente il suo cartellino giallo. Indovinate chi glielo riconsegnò? Già, con tanto di ammonizione in diretta mondiale. Dopo, Paul fu ammonito davvero dall’arbitro, che non gradì l’ironia.

I racconti di Zoff e il ‘regalino’ a Gattuso

Quando il centrocampista inglese giocava a Roma, sponda Lazio, era allenato da Dino Zoff, che ha sempre detto di essere stato uno dei bersagli preferiti dell’eccentrico Gascoigne. Direttamente dal racconto dell’ex portiere:

“Una volta, nonostante io avessi cercato di dissuaderlo, se ne andò dal ritiro la sera del sabato perché era arrivata la sua fidanzata. Il giorno dopo, il giorno della partita, ero a pranzo al tavolo con il mio staff e me lo vidi piombare completamente nudo al ristorante. Non nudo con gli slip e i calzini: proprio nudo. ‘Mister, mi hanno detto che mi voleva e non ho fatto in tempo a vestirmi’, mi disse”.

In merito all’esperienza in biancoceleste e alla vittima prediletta, una volta fu Pierluigi Casiraghi a ricordare un altro aneddoto tutto da ridere:

“Viaggio Roma-Firenze in pullman, squadra in divisa con giacca e cravatta. Gazza è negli ultimi posti, si alza, passa davanti a tutti e va a sedersi proprio a fianco a Zoff che sonnecchia con le braccia conserte. Prima galleria, seconda galleria e poi un tunnel particolarmente buio e lungo. Usciamo e Gazza è sempre seduto accanto a Zoff, ma completamente nudo. Capito? Si era spogliato in galleria!”.

Infine, sempre per confinare Paul al nostro calcio e al nostro Paese, dovete sapere che anche ‘l’iracondo’ Gennaro Gattuso fu una vittima delle burle dell’inglese. Ricordate l’esperienza dell’azzurro in maglia Glasgow Rangers? Ebbene, Paul era nello stesso team. Quando Rino arrivò in Scozia, ad accoglierlo c’era anche Gascoigne. A raccontare quest’ultimo aneddoto fu lo stesso Gennaro:

“Avrò sempre un grande ricordi di Paul, anche se non posso dimenticare che mi accolse facendo i propri bisogni nei miei calzini. Ma a parte questo, fu sempre gentile. Farò in modo che la gente si ricordi del suo grande cuore”.

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