Dopo il servizio di Filippo Roma sul caos che sta colpendo la categoria degli arbitri, e l’intervista a Gianpaolo Calvarese, registrato anche a telecamere spente (con tanto di rivelazioni choc), l’ex arbitro della Serie A ha rotto il silenzio sui social, pubblicando un lungo post su Instagram. “Mi sono dimesso quasi 3 anni fa, in ragione del fatto che potesse risultare incompatibile con l’attività imprenditoriale di cui sono socio, il mio ruolo di arbitro. Pertanto desidero rimanerne estraneo”, ha esordito Calvarese, allegando poi la documentazione della Procura, con l’indagine condotta dal nuovo procuratore Albergotti.

Soprattutto, Calvarese ha posto l’accento sul passaggio dove il procuratore specifica: “Dopo un attento esame ed una accurata analisi è stato accertato che non sussistono palesi falsificazioni e/o manifeste alterazioni degli importi richiesti; ogni spesa documenta è precisa: i giustificativi sono allegai in originale, credibili, non manifestamente falsificati o alterati, e consoni a provare la spesa sostenuta e anticipata dall’ex collega”. Il documento condiviso, “non era a me noto, in quanto non mi era stato notificato”. Poi, concludendo, ha minacciato di procedere nel perseguimento “in termini di legge”, “chiunque utilizzerà” il suo nome “in maniera impropria”.

Resta il mistero sui biglietti ferroviari “taroccati”: appartengono all’ex arbitro o no?

Sebbene un lungo post chiarificatore, pare che Calvarese non abbia voluto aprire alcuna parentesi in merito ai biglietti ferroviari entrati in possesso di Filippo Roma, rinvenuti dal giornalista mentre indagava sul caso delle graduatorie degli arbitri apparentemente “manomesse”. Nel polverone di documenti, l’inviato de Le Iene ha trovato una copia dei biglietti del treno sui quali la Procura stava indagando e sui quali si nota una difformità sospetta: tutti hanno il medesimo Codice Cp e lo stesso numero di titolo, visibili in alto sulla destra dei biglietti stessi. Tutti ticket messi a rimborso dallo stesso Gianpaolo Calvarese.

Osservazione che il giornalista ha posto all’interessato, non ottenendo una risposta chiara, lasciando sorpreso lo stesso ex direttore di gara, che ha un po’ “vagheggiato”. Invece di una risposta precisa, al contrario, l’ex arbitro ha “scaricato” la responsabilità a D’Onofrio, spostando poi l’attenzione sulla condanna a “otto anni per narcotraffico” a suo carico, aspetto che però non ha convinto Roma: “Che c’entra?”. Ed ancora: “Sono due trasferte, perché una è Lecce, l’altra è a Milano. Sono sei biglietti ferroviari intestati a lei”.

Forse voleva “ottenere un rimborso maggiore” o voleva “gonfiarlo”? “Queste sono tutte bufale di un procuratore che adesso è in galera – ha insistito sul punto l’ex arbitro -. Io questi biglietti ferroviari non me li posso ricordare in 60 trasferte. Mi dovete dare tempo di vedere perché queste cose, ripeto, me le stai dicendo tu per la prima volta”. Eppure, oltre al tempo intercorso tra l’intervista e il servizio e quella tra la messa in onda dello stesso e il lungo post “chiarificatore” di Calvarese, in merito a questo “giallo” non vi è ancora alcun riferimento.

Il post integrale di Calvarese, con la documentazione allegata

Ieri nel servizio delle Iene sono stato coinvolto, mio malgrado, in vicende politiche arbitrali (si voterà per la governance tra pochi mesi).

Mi sono dimesso quasi 3 anni fa, in ragione del fatto che potesse risultare incompatibile con l’attività imprenditoriale di cui sono socio, il mio ruolo di arbitro. Pertanto desidero rimanerne estraneo.
Ho appreso solo dopo le mie dimissioni che sono stato indagato per una presunta irregolarità nella redazione dei rimborsi dal procuratore D’Onofrio (poi arrestato per narcotraffico).

L’indagine, a mia insaputa, è proseguita anche dopo le mie dimissioni ed è stata condotta dal nuovo procuratore Albergotti il quale così conclude: “Dopo un attento esame ed una accurata analisi è stato accertato che non sussistono palesi falsificazioni e/o manifeste alterazioni degli importi richiesti; ogni spesa documenta è precisa: i giustificativi sono allegai in originale, credibili, non manifestamente falsificati o alterati, e consoni a provare la spesa sostenuta e anticipata dall’ex collega”.

Tale provvedimento emesso dal Procuratore non era a me noto in quanto non mi era stato notificato. Ho appreso della sua esistenza solo dalle Iene.

Perseguirò in termini di legge chiunque utilizzerà il mio nome in maniera impropria e/o diffamatoria.

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