Caos arbitri, Filippo Roma è riuscito a ‘strappare’ una dichiarazione shock a Calvarese: l’incontro con il vicepresidente Aia, l’inchiesta de Le Iene

Con l’ennesimo servizio de Le Iene pronto a far venire a galla tutto ciò che si cela dietro la crisi degli arbitri, ci si chiede se si può arrivare a falsare un campionato attraverso la “gestione anomala” dei direttori di gara della Serie A e cosa accadrà dopo la rivelazione choc di Calvarese, registrato a sua insaputa una volta terminata l’intervista con Filippo Roma. Soprattutto, possiamo dire che il Comitato Nazionale abbia attestato il falso nei verbali in cui si giudicano le prestazioni degli arbitri, manomettendo di fatto graduatorie dalle quali si evince chi viene dismesso e chi è salvo e pronto ad arbitrare in vista della stagione successiva? Oltre a tutte le anomalie evidenziate in occasione delle scorse uscite, Filippo Roma stavolta è riuscito a “strappare” una dichiarazione shock a Calvarese: “Un mondo marcio, a me non frega un c***o”.

Una domanda che si pone ancora Filippo Roma e che rivolge direttamente al vicepresidente dell’Aia, Alberto Zaroli, nonostante gli arbitri di Nocera Inferiore hanno spintonato il giornalista, ribellandosi all’intervista in occasione di un evento a Vetri sul Mare. A domanda precisa, “al comitato nazionale avete prodotto un verbale che attesta il falso?”, Zaroli ha detto: “Non è assolutamente vero. La Procura archivia questo procedimento perché il fatto non sussiste”. Non solo, perché, parallelamente a questo, sembra stia per scoppiare un “nuovo scandalo di rimborsi ‘taroccati’ dagli arbitri”. Si parla infatti di un presunto taroccamento di biglietti ferroviari che riguarderebbero Gianpaolo Calvarese. Molti lo ricorderanno, Calvarese è un ex arbitro di Serie A che, al termine della stagione 2019-20, si ritrovò coinvolto in un episodio di dismissione e ripensamento, maturati nel medesimo giorno.

Calvarese, dismesso e riconfermato lo stesso giorno

Nell’ultimo servizio andato in onda nella serata di martedì 5 marzo, Le Iene hanno dimostrato di essere entrati in possesso di documenti sospetti, secondo i quali, il 31 agosto del 2020, l’OT (organo tecnico) Rizzoli aveva chiesto la sostituzione di tre arbitri: Rocchi, Giacomelli e Calvarese, per superati limiti d’età. Nello stesso giorno, dal verbale risulterebbe invece che lo stesso OT avesse chiesto la conferma di un anno aggiuntivo a Gianpaolo Calvarese. Filippo Roma ha fatto un paragone con il caso di Eugenio Abbattista, chiedendosi se anche stavolta ci troviamo dinanzi ad un verbale “che attesti il falso”, proprio come nel caso dell’arbitro addetto al Var prima della lettera di dimissioni presentata un paio di giorni fa. Lo stesso direttore di gara che in quel medesimo giorno fu dismesso e poi riconfermato in Serie B.

In entrambi i casi, il comun denominatore è rappresentato da Rizzoli. Come andò a finire la stagione riconfermata da Calvarese? L’arbitro diresse Inter-Juventus, una partita decisiva per le sorti dello scudetto, e la gara si concluse con tantissime polemiche generate per un sostesso fallo da rigore assegnato alla squadra piemontese. Zaroli, vicepresidente Aia, era “presente in quel comitato di ‘misteri'”. Ecco perché Filippo Roma ci ha tenuto ad intervistarlo, anche se il primo tentativo a Vetri sul Mare si è rivelato un buco nell’acqua, grazie soprattutto all’intervento di alcuni arbitri in divisa che lo hanno “spintonato” via. Tuttavia, insistendo, il giornalista è riuscito comunque ad interrogare il vicepresidente Aia.

“Ma è vero che lei e i suoi colleghi del Comitato nazionale avete prodotto un verbale che attesta il falso?”.
Zaroli: “Non è assolutamente vero. La procura archivia questo procedimento perché il fatto non sussiste”. Ma il giornalista ha riportato il caso di Calvarese, “salvato quell’anno, ma l’anno dopo ha fatto dei casini pazzeschi”. Inoltre, ha ricordato l’episodio del rigore su Cuadrado, ancora oggi oggetto di sfottò tra le due tifoserie, considerando anche il fatto che l’esterno oggi gioca per i nerazzurri. “Forse salvarlo non fu una grandissima idea?”, si è chiesto Roma. Zaroli, però, umanizza la categoria: “Lei è convinto che un arbitro sia infallibile? Un arbitro ha il diritto di sbagliare”.

Roma: “Ah su questo non c’è dubbio, l’Importante è che chi sbaglia troppo poi venga dismesso e chi è
bravo vada avanti”.
Zaroli: “Questo lo dice lei”. 
Roma: “Beh, non è quello che si auspicano tutti i tifosi”.

Il caso dei presunti taroccamenti dei biglietti ferroviari

Quindi, Roma ha poi raggiunto Calvarese, il diretto interessato, per fare chiarezza. L’ex arbitro non è sembrato molto aperto al dialogo, “è domenica, di che cosa dobbiamo parlare?”. Ma il giornalista è andato dritto al punto: “Ci siamo chiesti: non è che Rizzoli in realtà non ha mai proposto la conferma sua e gli sono state messe in bocca cose non dette?”. Ma Gianpaolo è sembrato spaesato e confuso: “Sono sincero, questa storia di Rizzoli, che prima aveva dismesso e poi riammesso non la sapevo”. Quindi il giornalista ha “rinfacciato” quel rigore su Juan Cuadrado, il penalty della discordia. Calvarese: “Accidenti guarda, ho sbagliato, cioè io. Una partita gestita male su tanti che ne avevo fatto bene”.

E quel rigore lo ridarebbe oggi? “No, ma aspetta sì o no. Perché vedi, l’arbitraggio è veramente fatto di grigio?”. Tuttavia, il giornalista è rimasto sulle sue: “Io quel rigore lì lo vedo in una maniera, voi lo vedete in un’altra. Alla fine, era meglio che la dismettessero, così non combinava quel pasticcio”. Ed ancora, Calvarese: “Ma no, guarda, ti dico la verità, non la devi leggere in questa maniera. Agli arbitri dispiace sbagliare, dispiace per noi, per gli arbitri, per il sistema calcio e per i tifosi”.

Le dichiarazioni shock di Calvarese, che non sa di essere registrato

In seguito a quella partita, l’arbitro rassegnava le dimissioni. L’inviato, ponendo l’attenzione sulle indagini della Procura dell’Aia in quel periodo in merito ad un presunto taroccamento di biglietti ferroviari messi a rimborso da Calvarese, si è chiesto come mai sopraggiunse l’idea di dimettersi così all’improvviso. A propiziare l’indagine fu Rosario D’Onofrio, procuratore degli Arbitri, arrestato poco tempo dopo per narcotraffico. Il procuratore che andò a sostituirlo non evidenziò anomalie o palesi falsificazioni o alterazioni dei biglietti incriminati. Eppure, grazie all’occhio attento della trasmissione di Italia 1, osservando dettagliatamente una copia dei biglietti sui quali la Procura indagava, si evincerebbe il medesimo numero-titolo (in alto a destra) e Codice CP (codice di cambio prenotazione).

Di norma, entrambe le cifre dovrebbero cambiare da un ticket all’altro. Così, Filippo Roma ne ha approfittato per chiedere spiegazioni a Calvarese. “Come mai questi sei biglietti che sono diversi per orario e tratta, hanno tutti lo stesso numero di titolo e lo stesso codice CP?”. L’ex arbitro è rimasto un po’ di sasso, poi l’inviato ha specificato: “Sono due trasferte, perché una è Lecce, l’altra è a Milano. Sono sei biglietti ferroviari intestati a lei”. A quel punto, Calvarese ha passato virtualmente la palla proprio a D’Onofrio: “Io penso che questo lo puoi chiedere a un certo D’Onofrio che adesso mi risulta abbia preso otto anni per narcotraffico. Quella è stata una stagione in cui non so quanti arbitri sono stati interessati dal procuratore, che mi risulta che dopo fosse un narcotrafficante”.

Ma Roma, non contento e non appagato, ha persistito: “Ma come spieghiamo questo mistero? Biglietti diversi, diversi orari, diverse tratte con lo stesso numero di titolo e lo stesso codice Cp vede?”. Calvarese: “Sono state tirate in ballo tantissime persone da uno che durante il covid andava in giro con
la mimetica a spacciare droga. Però questo lo dovete dire…”. Roma, però, ha continuato a chiedere spiegazioni, alludendo poi all’eventuale falsificazione dei biglietti ferroviari, magari “per ottenere un rimborso che non le spettava o per gonfiarlo?”. L’ex arbitro: “Queste sono tutte bufale di un procuratore che adesso è in galera. Io questi biglietti ferroviari non me li posso ricordare in 60 trasferte. Mi dovete dare tempo di vedere perché queste cose, ripeto, me le stai dicendo tu per la prima volta”.

Quindi il documento potrebbe essere falso? “Ma certo, ma perché secondo lei un narcotrafficante è affidabile? Era anche un po’ cambiato il vento a livello politico, io sono andato a parlare a Roma con il presidente, il vicepresidente. È vero che era cambiato il vento perché devi essere in linea anche con quello che è la governance che sta in piedi e quindi, a me, la governance che era subentrata, non è che mi facesse impazzire”.

Le dichiarazioni choc a telecamere spente

Quando l’intervista è terminata, l’ex arbitro ha proseguito a rilasciare dichiarazioni, che Le Iene hanno registrato. In particolare, Calvarese ha sostenuto che il problema includesse anche “altri due arbitri della sezione di Teramo”, entrambi dismessi. Soprattutto, l’ex arbitro si è lasciato andare a rivelazioni fortissime quando, sempre a telecamera spenta, e convinto di non essere registrato, ha detto che la carriera degli colleghi dipenda da dinamiche politiche, “che niente hanno a che vedere con la meritocrazia”.

Roma: “C’era in atto un attacco alla sezione di Teramo?”

Calvarese: “Parlano i fatti, come faccio a non pensarlo? Ne ha mandati tre a casa su tre. Tre. Io mi sono
dimesso, sono andato a Roma. Penso che ci sia anche del politico. È strano che tre arbitri su tre sono
andati a casa”.

L’inviato Iene: “Perché non eravate legati a chi comandava in quel momento all’Aia. Ci confermi quella dinamica che ci ha raccontato il nostro arbitro?”.

Risposta: “Sì, sono politiche. È normale ma è sbagliato quando riguarda un arbitro di Serie A. Ci sono
delle dinamiche politiche. Purtroppo, è vero e questo è sbagliato perché non dovrebbe essere così”.

Roma, ancora, osservando l’ex direttore di gara mentre si sbottonava: “Perché l’anno prima ti avevano salvato?”.

Calvarese: “Non c’erano Trentalange e Baglioni, c’era Nicchi. M’ha salvato Nicchi”. Alla fine, Filippo ha chiesto se sposasse la corrente di Nicchi. L’ex arbitro ha tuonato così: “Sì. Il mio presidente. A me non frega un c***o, perché lì veramente c’è stato del marcio. Ritengo di essere vittima di una guerra politica”.

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