La storia di Mario e Carlo, classe ’63, adottati da due famiglie diverse: “Quando mio padre lo ha visto a casa nostra ha capito tutto”
Gemelli separati alla nascita si ritrovano per caso dopo 13 anni. Mario e Carlo, gemelli nati il 9 gennaio del 1963 al Policlinico di Bari, sono stati adottati da due famiglie diverse e cresciuti a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro, senza sapere della loro parentela. Nel 1976, i due si sono ritrovati per caso sullo stesso bus per andare a scuola e nel tempo sono diventati amici, fino al giorno in cui hanno scoperto di essere fratelli.
“Quando mio padre ha visto Carlo a casa nostra ha capito tutto”, ha raccontato Mario. “Quando la madre adottiva di Carlo è morta, la mia famiglia lo ha invitato a pranzo. Lì ci hanno detto la verità: siete gemelli, figli della stessa donna. Vi hanno separato nella culla”.
Separati alla nascita, si ritrovano per caso: la storia dei gemelli Mario e Carlo
Queste parole hanno cambiato la loro vita. “Quel giorno siamo scoppiati a piangere, felici e feriti. Credevo di essere figlio unico e scoprire di avere un fratello è stata una cosa meravigliosa. Ma allo stesso tempo mi è caduto il mondo addosso”, ha detto Mario. Carlo ha riempito il suo vuoto con il tempo e gli affetti della famiglia, mentre Mario è ancora alla ricerca della sua madre biologica.
Mario e la sua compagna Francesca si sono recati spesso nell’orfanotrofio di Bari per chiedere informazioni sulla donna che lo ha messo al mondo, ma hanno scoperto che l’archivio era andato distrutto in un incendio e che la madre non voleva che la sua identità fosse rivelata. “Pare fosse una ragazza nobile, che ha pagato per cancellare le tracce della nostra nascita”, ha detto Mario.
Oggi, padre di due figli e nonno, Mario vorrebbe poter abbracciare la sua madre biologica e trovare risposte. Ha lanciato un appello sui social per ritrovare la donna che ha messo al mondo lui e suo fratello Carlo. “Non so perché sento questo bisogno, forse non mi sono mai sentito davvero amato dalla famiglia che mi ha adottato. Anche se li ringrazierò sempre per avermi tolto da quell’orfanotrofio”, conclude Mario.