L’imprenditrice digitale agirebbe in maniera “furba”, ma legale: ecco i trucchi che adotta per pagare pochissime tasse, “il 95% in meno”

In queste ore l’imprenditore Gianluca Massini Rosati ha voluto ricosruire la struttura aziendale delle società di Chiara Ferragni, sospettando che l’influencer adotti stratagemmi e “trucchi” specifici al fine di “risparmiare sulle tasse”. Secondo i calcoli fatti, più che un risparmio ci sarebbe un taglio netto e grave, si sospetta addirittura “fino al 95%”. Il prossimo 5 marzo uscirà il libro “Fiscalmente inattaccabile. La strategia definitiva per ridurre drasticamente le imposte e vivere serenamente il rapporto con il fisco” e, per promuovere lo stesso, Massini Rosati ha rilasciato un’intervista interessante per Milano&Finanza.

La domanda che tiene banco è: “Chiara paga meno tasse?”. La risposta è affermativa, anche se questo avviene “rispettando la legge”, è importantissimo specificarlo. Analizzando le società, la Fenice srl di via Turati, a Milano, ha 23 dipendenti e un fatturato superiore ai 14 milioni di euro annui, quantomeno osservando il 2022. Chiara risulta amministratrice delegata dell’ex Serendipity. Tuttavia, l’influencer è anche a capo della Tbs Crew Srl, con ricavi superiori ai 14 milioni e mezzo nello stesso anno. Queste società sono figlie della Sisterhood, holding del gruppo, che fattura 4,5 milioni di euro e 2,4 di utile. Il termine “figlie” non è casuale, perché le due società citate precedentemente fanno parte di Sisterhood.

Chiara Ferragni: lo stratagemma “legale” dell’influencer

Esiste inoltre la Ferragni Enterprises, che gestisce gli immobili ed è proprietaria del superattico di 27 vani e dal valore superiore ai 10 milioni di euro, situato a CityLife. Lo 0,1% della società appartiene alla mamma dell’influencer. Come detto, quindi, la TBS Crew ha un fatturato di 14,5 milioni di ricavi (e un +100% sul 2021) e un utile di 5,1 milioni (+200% sul 2021); Fenice Srl è controllata da Chiara al 32,5% insieme al socio Paolo Barletta, al 40%, e altri, ad esempio Morgese (al 27%), qunidi il fatturato di 15,6 milioni ha maturato un utile di 3,4. Questa società ha ricevuto una valutazione da 75 milioni di euro.

Alla luce di questi calcoli, Chiara sarebbe riuscita a ridurre la tassazione attraverso la normativa madre-figlia. Giocandosela con questo espediente, la Ferragni ridurrebbe l’imponibile sul calcolo delle imposte perché la normativa prevede che solo il 5% degli utili distribuiti a una società madre dalla società figlia costituisca base imponibile per il calcolo dell’Ires, l’imposta prevista per le persone giuridiche. Questo porta l’influencer ad un netto risparmio (legale, ribadiamo) del 95% delle imposte. Quindi altro che 26% in meno: la Ferragni paga l’1,2%!

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