Silvia Califano oggi ha 64 anni, ha conosciuto papà Franco in tarda età, grazie alla sua determinazione: “Frequentava donne della mia età”

Nata dall’amore tra il papà Franco Califano e la mamma Rita Di Tommaso, Silvia, la figlia d’arte del compianto cantante, ha ottenuto i riflettori della cronaca in questi giorni dopo la messa in onda del film sul cantante, andato in onda domenica 11 febbraio su Rai 1, in prima serata. 64 anni oggi, Silvia non nega di aver sempre avuto un rapporto difficile con il padre. “Mi ha abbandonata quando avevo 5 mesi”. Silvia è una ballerina classica e possiede una scuola di danza a Trieste. Il papà lo ha conosciuto in tarda età: 20 anni.

Ancora giovane, sì, ma con tante tappe di gioventù bruciate e che avrebbe voluto condividere con il genitore. A cominciare dalla sensazione di sentirsi “la principessa di papà”. Lei non ha mai perso la speranza di provare a costruire un legame familiare quanto più normale possibile. Proprio a 19 anni il papà sposò Rita Di Tommaso, un anno in meno dell’età che Silvia aveva quando, con determinazione, decise di mettersi in contatto con lui, che la riconobbe immediatamente.

Lei ha imparato a conoscere il papà solo grazie ai fotoromanzi in cui il buon Franco era protagonista. Quando la curiosità e il desiderio di rispondere ai grandi quesiti della vita cominciarono a farsi insistenti, decise di fare il possibile per provare a recuperare il tempo perduto. Ma, nonostante ce l’avesse messa tutta, “abbiamo perso tanti pezzi di vita insieme”, come dichiarò in occasione dei funerali del genitore, celebratisi il 30 marzo di undici anni fa.

Il ricordo della figlia: “Volevo solo un papà normale”

“Non è vero che mio padre abbandonò una donna col pancione”, disse non molto tempo fa. Parole che tornano a galla oggi, dopo che il film ha riacceso la curiosità degli spettatori. “Sono nata un anno dopo il matrimonio di mamma e papà, e lui andò via quando avevo cinque mesi”. Era ovviamente troppo piccola per capire e, quando ne ebbe la facoltà, qualche anno dopo, difficilmente riuscì a mandare giù l’abbandono.

Che però comprese “col tempo”: era una questione professionale. Ma non solo: emotiva. La difficoltà di gestione della persona e del personaggio risucchiarono l’artista. “Sono riuscita a capire la sua fuga: stava entrando nel mondo dello spettacolo, forse una figlia non sapeva come gestirla”. In merito al ruolo da genitore: “Lui non sapeva fare il padre. Aveva parecchie ragazze, anche più giovani di me”. Da piccina fu difficile gestire le “differenze” rispetto al concetto di “normalità” del tempo: “A scuola ero l’unica a non avere entrambi i genitori”.

Non poteva neanche godersi la soddisfazione della buona fama dell’artista: “La gente mi faceva i complimenti per le sue canzoni, ma io desideravo solo un papà normale”. Nessuna vanagloria, niente che destasse il suo ego dormiente a fronte di un desiderio latente di un sano e tipico legame familiare. Nel frattempo, costruiva al suo interno mattoni e mattoni di sentimenti negativi: rabbia, sofferenza, senso dell’abbandono. “Anche se la mancanza di un padre l’ho cominciata a pagare solo di recente”, probabilmente il suo inconscio ha smesso di opporre resistenza.

Quella lettera mai scritta al papà: “Perché mi hai messa al mondo e poi buttata là?”

Questa mancanza l’ha sentita eccome, visto che è sfociata anche in altre dinamiche di vita: ad esempio, il rapporto con gli uomini. “Non sono stata la principessa di papà e non ho conosciuto l’amore di coppia. Inoltre ho cominciato a sentirmi sempre più sola”, ha confessato tempo fa. Avrebbe avuto il desiderio di scrivere al papà, una lettera emozionante che svelasse i suoi più sinceri e reconditi sentimenti. Non ne ha avuto la forza, probabilmente.

Questo è il maggior rimpianto ad oggi, dopo aver preso consapevolezza che il tempo perso sarebbe stato irrecuperabile. Il sentimento, tuttavia, fa sempre in tempo a venire a galla. Anche questo, lo ha capito tardi, purtroppo. E, in quella lettera, non avrebbe speso solo parole d’amore. Il cruccio indelebile e che resterà senza risposta per l’eternità? “Forse gli avrei chiesto perché mi avesse messo al mondo e buttata là. Non l’ho scritta perché temevo la risposta, ammesso che arrivasse”. Ad una settimana dalla messa in onda, Silvia ha definito “superficiale” la versione del papà nel docufilm.

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