Nell’ultima intervista al Corriere, Jannik Sinner ha raccontato la sua adolescenza, vissuta fuori di casa: “Io costretto a crescere velocemente”
“Sono andato via di casa a 13 anni, costretto a crescere velocemente”: sono le parole di Jannik Sinner al Corriere della Sera. In questi giorni si parla solo di lui, non potrebbe essere altrimenti dopo aver mappato l’Italia nel tennis a distanza di quasi cinquant’anni dall’ultima volta. Di recente, solo Matteo Berrettini ha sfiorato il grande risultato, oltretutto in concomitanza con la finale degli Europei 2020 in cui l’Italia calcistica trionfò. Tuttavia, l’attuale compagno di Melissa Satta si dovette arrendere alla furia di Djokovic in quel di Wimbledon. Era luglio del 2021, nessuno lo dimentica, sarebbe stata una pagina memorabile per l’Italia.
Via dal comfort della famiglia molto presto: “Ho imparato a fare le cose da grandi da solo”
“Ho imparato da solo a fare la lavanderia, a cucinare, a fare la spesa – ha proseguito il vincitore dell’ambito slam australiano -. Per un genitore lasciare andare un figlio così presto non è facile. Ci siamo persi molte cose che sto cercando di recuperare con mio papà, che ogni tanto mi accompagna ai tornei. Ma l’adolescenza è persa”. I genitori, mamma e papà, coloro che lo hanno cresciuto con i valori e i sani principi che sfoggia oggi, accolti a cuore aperto dalla Penisola intera. “Non li ho ancora sentiti – raccontando a caldo -. A loro non piace apparire: ho voluto fare una cosa carina per farli sentire speciali per una volta. Ho avuto la fortuna che i miei non mi mettessero pressione: non è così per tutti i ragazzi giovani che provano a costruirsi una carriera. Poi, forte lo diventi col lavoro”. Questa intervista è di ieri, oggi l’atleta è in Italia e ha ovviamente avuto modo di rintracciare la mamma e il papà.
Oggi tutti lo vogliono, lui però non si scompone: “Sono molto tranquillo: non ho nessuna intenzione di alterare le mie priorità, il tennis rimarrà la cosa più importante nella mia vita. Adesso mi riposo qualche giorno e poi torno in campo”. Il tema del momento è Sanremo: Amadeus fa appelli, ma Jannik non sembra propenso a prenderne parte. “Conoscendomi, io non ci andrei. Canto malissimo, ballo peggio: sono negato. Qui a Melbourne hanno provato a farmi intonare lo jodel… Lasciamo perdere! Devo giocare a tennis, io”, niente più. Jannik predilige “la libertà”, uno dei valori capostipiti dell’educazione impartita dalla famiglia. “Sciare sulle mie montagne, guidare il kart, giocare alla Playstation, stare su un campo da tennis. Mi sento davvero libero quando faccio le cose semplici”.
Dove vive il campione azzurro e perché ha lasciato l’Italia?
In queste ore si dibatte molto sui social in merito alla residenza a Montecarlo dell’atleta italiano. Sono tre anni che Jannik risiede nel Principato di Monaco e, a dispetto del mormorio della gente, la scelta prescinderebbe da una mera questione economica: “Ci sono tutti i giocatori più forti, i campi sono sempre a disposizione. È sicuramente il posto migliore per allenarmi e crescere”. La polemica che lo investe riguarda il fatto che l’azzurro non pagherebbe le tasse in Italia, essendo sottoposto a regime salariale del Principato. Molte star vivono lì. Oggi qualcuno lo difende, si tratta di predecessori dell’ambito traguardo di uno Slam ottenuto in bacheca. Pietrangeli ad esempio:
“Jannik ha forse violato qualche legge prendendo la residenza a Montecarlo? Non mi risulta. La verità è che l’Italia è una nazione di invidiosi. Anche io ho la residenza a Montecarlo da decenni e posso assicurare che qui le tasse si pagano e sono pure alte. Poi, però, nessuno viene a farti i conti in tasca se hai la macchina di lusso o la barca”.
Sinner ora è l’uomo del momento, ma in realtà la residenza a Montecarlo ce l’hanno moltissimi altri tennisti di spicco, tuttavia si parla solo di Jannik. Tra i tanti professionisti sportivi che risiedono lì, vi sono molti colleghi ed in particolar modo i primi del ranking Atp e, per restare confinati agli azzurri, pure Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti si aggiungono alla lista. Non è semplicissimo ottenere la residenza a Montecarlo, serve sborsare molto denaro, a cominciare dall’apertura di un conto in banca con versamento minimo di ben 500mila euro e un reddito e un domicilio certi. Occorre sottoscrivere contratti di utenze (ovviamente) e soggiornare per almeno 183 giorni all’anno nel Principato. Inoltre, l’iter da seguire cambia in base alla provenienza e bisogna pure sostenere dei colloqui. Non un lavoro semplicissimo, dunque.