A breve in gara sul palco dell’Ariston, Dargen D’Amico ci anticipa il senso del brano “Onda Alta” con il quale si esibirà a Sanremo 2024
Con “Onda Alta” si prepara a regalare una canzone provocatoria da portare al Festival di Sanremo: Dargen D’Amico è pronto per fare lo show e il suo brano racconterà di un barcone carico di migranti che naviga al largo di Malta con il mare in tempesta, una metafora della sua stessa vita, ricordando la propria famiglia emigrata a Milano dalla Sicilia. “Sono cresciuto in una famiglia emigrata a Milano dalla Sicilia, peraltro in un gruppo familiare in cui tutti i membri sono emigrati negli Stati Uniti. Ho riletto vecchie lettere in cui venivano descritte le difficoltà dei primi giorni, le differenze nello stile di vita”.
La famiglia emigrata al nord, l’odio dei social
Non ha vissuto questo in prima persona, ma di riflesso. Ne ha fatto tesoro. “Ho ascoltato anche tanti racconti sulle difficoltà che la mia famiglia ha dovuto affrontare quando è arrivata Milano – ha proseguito al quotidiano romano -, vivere in sette in trenta metri quadri. Sono dinamiche che si ripetono ogni qual volta si va a tentare la fortuna, a rappresentare la propria dignità”. Nell’intervista a Repubblica c’è stato spazio anche per parlare di sé stesso, delle curiosità. Ad esempio gli occhiali da sole, che hanno un significato ben più profondo di quello intrinseco dell’oggetto in sé. “Mi impegno a fare questo mestiere cercando però di rimanere anonimo, di avere un filtro anche dai social. Non vorrei perdere il contatto con cose semplici che mi piacciono, come prendere la metropolitana”.
Ma rappresentano anche il filtro per staccarsi dai social, in parte quantomeno. “Si basano sull’odio – i social (ndr) -: sono l’odio e l’antipatia che ti inchiodano per due ore a scrollare sul telefonino. I social sono stati studiati per questo, per aiutarti a esprimere odio, per fartelo assaporare. Un grande fuoco che brucia e produce energia: il traffico dati su cui si basa tutto”. L’odio è un ramo della negatività, non la rappresenta interamente. Vi sono altri sentimenti negativi come l’invidia a regnare su internet: “In un posto come l’Italia in cui in pochi detengono il 50 per cento della ricchezza è normale che si generi dell’invidia, mi stupirebbe se fosse il contrario”.
Spazio per una parentesi anche su Morgan e su quanto accaduto a X Factor negli scorsi mesi.
“C’è stata un po’ di delusione perché tra i giudici c’era l’intenzione di concentrarci sul lavoro con i ragazzi, di fare un passo indietro. Poi so benissimo che in un programma come quello ci sono dinamiche da rispettare e un pochino di tv urlata va fatta. La mia delusione è stata quando le urla hanno coperto i ragazzi. Non conoscevo perfettamente Morgan nel meccanismo televisivo, è stato comunque qualcosa di mediatico, più che di personale tra di noi. E se accetti di fare quel tipo di tv come giudice, e quindi come attore, non giochi con il fango pretendendo di uscirne pulito”.