Lo scontro che non ci si aspetta: Giuseppe Cruciani ha criticato aspramente la città di Roma, il comico non ci ha visto più e ha deciso di rispondere in prima persona

E il bello è che ogni tanto criticano Maurizio Battista per essere troppo “bacchettone” con la sua Roma, ora è lui che punta il dito contro Cruciani per un motivo simile. Il comico è semplicemente geniale nel suo modo di porsi anche fuori dai confini regionali, quando va a fare tappa a Torino per esempio, esportando il mito della romanità, mischiandolo alla leggerezza di temi che a volte possono sfociare nel ridicolo, sempre analizzando il comportamento dei concittadini. Un’autoironia premiata e sincera, che non sfocia mai nel disprezzo. Finché fosse questo, tutto bene, d’altronde, quale città può non lamentare difetti? Poi, si sa, più è grande il luogo e tanto più si mormora.

Battista è il primo a segnalare i problemi di Roma, dai più seri ai più goliardici e meno impellenti, ma è l’ultimo a voltarle le spalle. Proprio l’accusa che rivolge a Giuseppe Cruciani in questi giorni: il giornalista non vuole farsi apprezzare, non ama le lusinghe, né i complimenti, e ci riesce bene a farsi odiare, anche se è innegabile la cerchia di appassionati della sua “Zanzara” che si porta dietro, fedeli proprio al suo modo di essere, sincero e senza filtri. Geniale anche lui, a differenza di Battista, però, è forse sin troppo fuori dagli schemi per far sì che ogni folle esternazione passi liscia come avviene nella sua radio.

Lo scontro

Giuseppe vuole piacere per i contenuti, non ama i complimenti e quindi ne dispensa col contagocce anche lui. Può essere frainteso, ma stavolta non c’è molto artefatto giornalistico nelle sue parole, espresse a più riprese in altre occasioni. Per il caso in questione, nella recente intervista al podcast “De Core”, lo show condotto dai simpatici Alessandro Pieravanti e Danilo da Fiumicino, il giornalista ha definito quella che una volta era la sua Roma una città “che non sopporto”. Parere personale, certo. Ma poi si è spinto oltre:

“La paragono a Nuova Delhi, a Mumbai, Calcutta, queste città caotiche dove ogni volta che vado voglio scappare a gambe levate. Vedo smart in seconda, terza, quarta fila. Cose allucinanti. Io sono per le cose drastiche, proprio l’abbattimento di queste macchine”.

Sono ormai venticinque anni che il giornalista vive a Milano:

“Mi hanno abituato all’ordine più assoluto. Milano non è ‘de core’, è niente, ma l’anonimato mi piace più del ‘core’. Il fatto di essere in un posto che non ha un timbro, il dialetto, la romanità. Il concentrato di romanità l’ho sempre trovato insopportabile, è una cosa terribile. Il romano preso da solo è un romano, due o tre romani insieme ti danno l’idea di terzo mondo”.

L’attacco di Maurizio Battista

Insomma, pensiero fortissimo che, in realtà, non si discosta moltissimo dagli sketch comici proposti da Battista nei suoi spettacoli. Certo, con ben altre parole e con tutt’altro significato.

“Sentire quelle offese da Cruciani non mi è piaciuto. Non l’ho trovato carino. Caro Cruciani – ha spiegato Maurizio -, noi ci viviamo a Roma, io ci vivo da più anni di te, so pregi e difetti di questa città, ma i difetti non me li voglio far sentire dire da te che da 25 anni stai nella civilissima Milano. Cruciani quando offendi Mumbai, Nuova Delhi, stai offendendo anche loro. Io, da romano, non so scappato come hai fatto tu, ci sono rimasto, la vivo e la difendo la mia città, da chi come te fa queste affermazioni”.

In conclusione, Maurizio ha puntato anche il dito contro i due podcaster, che “avrebbero dovuto reagire in altro modo e non ridere”. Ma il vero rimprovero è tutto per Cruciani: “Penso che quell’intervista abbia disturbato anche molti romani”. Poi, il pensiero finale: “Resta in fatto che questa non è più la tua città è la mia, la nostra”.

Continua a leggere su Chronist.it