Vinse lo scudetto con il Napoli di Maradona, oggi è a capo degli osservatori dell’Udinese: che fine ha fatto Andrea Carnevale?

Un paio di giorni fa ha festeggiato 63 anni l’ex calciatore Andrea Carnevale: per l’occasione ha ricordato la tragica morte di sua madre, uccisa dal papà. Nel corso della sua vita, anche le grane per i processi – dai quali è stato assolto – per doping e spaccio di cocaina. Oggi Andrea è a capo degli osservatori dell’Udinese calcio, quando era in attività da giocatore vinse lo scudetto con il Napoli di Diego Armando Maradona.

La morte della madre

Era appena un tredicenne quando il papà Gaetano tolse la vita a sua mamma Filomena, madre di sette figli, compreso Andrea. La donna stava lavando i panni nel fiume quando il genitore del calciatore compì l’estremo gesto. Qualche anno dopo, morì anche Gaetano: si suicidò nel manicomio criminale di Aversa. Andrea ha ricordato i dialoghi con le forze dell’ordine, soprattutto quando gli facevano presente che “se non vediamo il sangue…”.

Andrea ha detto che parlava con i carabinieri per raccontare “ciò che succedeva a casa”, ma le risposte erano sempre queste. “Cosa potevo, cosa potevamo fare? Poi, quel giorno, il fiume si è colorato di rosso. Ho detto al maresciallo: ‘Ora vedi il sangue che volevi’. Ma non sono morto. Non sono morto. Ho fatto la mia vita”. Tra i “dolori” della sua vita, non si può dimenticare il caso di doping scoppiato a ottobre del 1990, fu coinvolto con Angelo Peruzzi per l’assunzione della fentermina, uno stimolante presente nel Lipopil, la cui funzione veniva anche associata alla perdita di peso.

Gli altri dolori della sua vita

Ancora oggi si assume le proprie responsabilità: “Fu colpa mia”. Questo perchè “dalla Federazione mi rassicurarono: ‘Prenderai uno o due mesi di squalifica’, anche perché la quantità era irrisoria, zero virgola. Invece mi diedero un anno, una mazzata”. Fu perquisita la sua abitazione, ci fu il processo penale: “Ricordo che il pm disse: ‘Abbiamo trovato nella sua abitazione questo prodotto’. E il giudice: ‘Ah, quelle vitamine le prendo anche io’. Fui assolto”. Quando aveva 41 anni fu arrestato con l’accusa di detenzione e spaccio di cocaina. Anche in quel caso, fu assolto.

“Una telefonata che non dovevo fare, un millantatore che mi accusò, la mia solita ingenuità. Ma figuriamoci se mi mettevo a spacciare droga”, ha detto a Repubblica. Passò un mese agli arresti domiciliari, ne uscì fuori dopo “anni di processi”. Esausto (“volevo liberarmi”), chiese all’avvocato di patteggiare. “No, caro Andrea, non hai fatto niente, devi uscire innocente dal tribunale”, gli replicò il legale. Alla fine “aveva ragione: fui assolto”. Da allora, la rinascita, grazie alla famiglia Pozzo: “In un momento di grande dolore mi ha chiamato e mi ha voluto all’Udinese: la mia salvezza, una gioia che forse non si può comprendere – ha detto in merito –. È stato come rinascere, perché mi ero perso e avevo perso una moglie e i miei due figli”.

Il matrimonio tra Andrea Carnevale e Paola Perego

Andrea ha due figli, nati dal matrimonio con Paola Perego, sono Giulia e Riccardo. Si sposarono agli inizi degli anni Novanta, immediatamente dopo la fine dei Mondiali con l’Italia come Paese ospitante.

“In questi anni lei ha parlato pubblicamente dei miei tradimenti, della depressione. E tutto questo mi ha danneggiato. Io sono sempre stato zitto, non sono un uomo da gossip. A giugno scorso ho affrontato l’argomento con Giulia e Riccardo, non volevo pensassero che ho abbandonato lei a 4 anni e lui a 4 mesi”.

La rivelazione dopo tanti anni:

“Non sono stato l’unico a sbagliare in quel matrimonio. Non voglio che tra qualche anno i miei nipoti leggano che il nonno è stato il più grande pu**aniere d’Italia. Io non ho lasciato, sono stato lasciato. E anche tradito”.

“Oggi mi sento ancora un ragazzino e mi ritengo un uomo fortunato, fortunatissimo – ha concluso –. Ho avuto una vita di alti e bassi. Mi sono sentito onnipotente, bello, ricco, pensavo che nessuno mi potesse toccare. Per i miei errori sono caduto quando ero all’apice”.

Continua a leggere su Chronist.it