In una lunga intervista Gigi Buffon torna a parlare del tema scommesse, mettendo in chiaro la sua posizione a riguardo

Quando a ottobre le forze dell’ordine si presentarono a Coverciano per notificare a Sandro Tonali e Niccolò Zaniolo l’iscrizione nel registro degli indagati per l’inchiesta sulle scommesse illegali dei calciatori di serie A, Gigi Buffon si trovava proprio lì, a vestire i panni, nei primissimi giorni, di capo delegazione della nazionale italiana di calcio. In un’intervista al Corriere.it, l’ex portiere campione del mondo ha detto la sua, senza mezzi termini, su uno degli argomenti più spinosi nel mondo del calcio italiano dell’anno appena trascorso.

Un discorso che reputa piuttosto “delicato”. Specialmente detto da uno che in passato è finito al centro di una vicenda legata proprio a presunte scommesse illegali o quantomeno clandestine. Per tali accuse fu prosciolto e dopo un’esperienza del genere chi più di lui può fornire un quadro dettagliato dell’argomento e della situazione che ha portato alla squalifica di alcuni calciatori italiani.

“Credo sia sbagliato criminalizzare e non fare dei distinguo.” Ha detto l’ex numero 1 della nazionale azzurra. “Scommettere di per sé non è reato. Gli stadi stessi e le trasmissioni sportive sono pieni di pubblicità di App di questo genere e lo Stato incentiva il gioco. Se invece un calciatore scommette sul calcio va incontro a punizioni che giustamente devono essere inflitte; ma se scommette sulla pallavolo, sul basket, sulle corse dei cani…non sta commettendo alcun reato.”

Ludopatia

Dopo aver aperto il vaso di Pandora, alcuni calciatori, come Tonali e Fagioli, hanno palesemente ammesso di soffrire di ludopatia. E anche su questo punto Buffon ha preso una posizione netta.

“La cosa peggiora quando si parla di ludopatia. Anche qui non centrando l’obiettivo: la ludopatia non è un problema di quanto spendi, ma del tempo che dedichi a questa attività. E questo dobbiamo spiegarlo ai ragazzi: non è che se si fanno continue scommesse da 1 euro trascorrendo ore e ore davanti alla App, allora è un tutto ok. Mentre se uno spende 1 milione in un’unica occasione allora è ludopatico. Possiamo dire che è un cretino, va bene; ma la patologia nasce dalla dipendenza, la continuità con cui si fa una cosa.”

Inoltre, l’attuale capo delegazione della nazionale italiana di calcio sa già su chi puntare il dito biasimando aspramente tutta quella schiera di bacchettoni che criticano senza sapere. Proprio in virtù del fatto, come detto precedentemente, che lui ne sa qualcosa. E ne paga tuttora le conseguenze. “Non mi piacciono i bacchettoni che giudicano con una superficialità aberrante senza sapere poi realmente quali siano le motivazioni. Ci sono passato anche io venendo infangato senza aver commesso nulla. Quando le cose si chiariscono, ci si dimentica di spiegare e chiedere scusa e si lasciano le persone con un’etichetta addosso. Lo trovo profondamente sbagliato.”

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