Manca poco, poi la figlia di Matteo Giunta e Federica Pellegrini verrà al mondo: le foto dell’ex nuotatrice, che mostra la realtà delle ultime ore prima del grande evento
L’attesa sta finendo, Federica Pellegrini è pronta per dare alla luce la figlia, il cui nome dovrebbe essere Meringa, come intuito da alcuni indizi social di qualche settimana fa: la bella nuotatrice si è fatta immortalare mentre è “piegata dai dolori” nel bagno della casa condivisa con il suo Matteo Giunta, l’ex allenatore amato sin dal 2017, oggi suo marito dopo il matrimonio dello scorso anno. “Instagram vs Realtà”, ha scritto ha corredo delle immagini mostrate ai follower, ironizzando ovviamente. Federica, che non si sarebbe “disperata” dinanzi alla mancata maternità, come rivelato già in altre interviste, non nega e non nasconde la “sofferenza” degli ultimi giorni prima del grande evento. L’emozione aiuta, ma per il resto è dura.
Tanta emozione, ma quanti dolori: “Instagram vs Realtà”
Il papà vorrebbe che Meringa venisse al mondo nel 2024, in concomitanza delle Olimpiadi, evento che “porta bene”. Ma, si sa, per certe cose le date lasciano il tempo che trovano: tuttavia, si era già parlato dell’imminenza del parto proprio a cavallo tra le feste natalizie e Capodanno, tanto che l’ex nuotatrice si disse preoccupata di far nascere la bimba sotto i fuochi d’artificio, che, al di là di una simpatica coincidenza, anche suggestiva, potrebbero spaventare oltremodo la nuova creatura che sta per venire al mondo.
C’è chi sospetta che il vero nome non sarà Meringa, la coppia ha detto che è un “nomignolo”: chissà se solo per depistare, visto che prima che i giornalisti frugrassero tra gli indizi erroneamente (?) lasciati, i due innamorati avevano detto di non voler rivelare a nessuno il nome dell’imminente nascitura. Ad ogni modo, ormai “ci siamo”, come scrivono tutti tra i commenti del post di Instagram: sta per succedere e, tra una stiracchiata in bagno e un massaggio alla schiena per combattere il dolore dato dalle contrazioni e dal peso sostenuto, ogni momento potrà essere quello “buono”.