I fan affezionati dell’influencer sottolineano l’innocenza di Chiara Ferragni in merito alla promozione del pandoro Pink Christmas: l’etichetta la scagionerebbe, ma è davvero così?

Il pandoro-gate potrebbe terminare ben prima di quanto ci si aspetti secondo i suoi più accaniti sostenitori: Chiara Ferragni potrebbe essere scagionata grazie al contenuto dell’etichetta del rinomato dolce natalizio. In queste ore c’è una spaccatura sul web tra coloro che sono a favore dell’influencer e chi le dà contro per la vicenda dello scandalo-pandoro. Abbandonata anche dagli sponsor, Chiara non starebbe bene, come confessato da un suo amico e come ventilato dallo psichiatra Di Giannantonio, ma potrebbe avere un asso nella manica che la farebbe uscire pulita, anche se c’è chi teme che da questo caso non ne ne verrà mai più fuori.

Non come un tempo quantomeno. Per ora da casa Ferragni tutto tace, ma l’occhio attento dei social non si è fatto sfuggire un particolare: il contenuto presente sul cartoncino del pandoro. Come evidenziato dagli utenti social, si leggeva:

“Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’Ospedale Regina Margherita di Torino, finanziando l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”.

Cosa c’era scritto sul pandoro di Chiara?

Ebbene: secondo gli utenti di X, non ci sarebbe alcun riferimento al fatto che ad ogni prodotto venduto sarebbe cresciuto l’importo della donazione. L’unica comunicazione per i consumatori è quella di un impegno di Chiara e dell’azienda nel sostenere l’ospedale. Sebbene su questo punto, effettivamente, la Ferragni appaia “pulita”, bisognerebbe considerare che la sanzione dell’Antitrust sul pandoro Pink Christmas di Balocco è incentrata su tutta l’attività promozionale in questione. Multa suffragata da altre iniziative sospette, come quella delle uova di Pasqua, per le quali lo scorso venerdì il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha firmato un’altra delega per affidare al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza (già impegnato nel caso del pandoro) l’impegno di ottenere tutto il materiale sull’altro caso.

Allora, da accordi con Dolci Preziosi, l’influencer incassò un cachet di 500mila euro nel 2021 e 700mila euro l’anno seguente dinanzi ad una donazione automatica di 36mila euro all’associazione “I bambini delle Fate”, per giunta fatta dalla stessa azienda. Al tempo, in uno dei post promozionali dell’influencer (oggi rimosso dal social di Chiara Ferragni), si leggeva l’incentivo dell’imprenditrice digitale nell’acquisto delle uova pasquali “per fare del bene” per “un progetto speciale” a favore di “un’impresa (…) che dal 2005 si occupa di sostenere famiglie con autismo e altre disabilità”. Tuttavia, il prezzo non fu maggiorato come nel caso dell’iniziativa del pandoro.

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