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Lavoro al Polo Sud: “2 minuti per doccia, 24h di buio, Natale a luglio”

Lavoro al Polo Sud: "2 minuti per doccia, 24h di buio, Natale a luglio", il racconto di Michelle

Lavoro al Polo Sud: "2 minuti per doccia, 24h di buio, Natale a luglio", l'esperienza di Michelle

La curiosa esperienza di lavoro al Polo Sud, il racconto di Michelle: “Non è facile nei sei mesi di buio, si perde la lucidità”

Si chiama Michelle Endo, su Instagram ha raccolto migliaia di visualizzazioni con il suo profilo “wandereatwrite”, da oltre 31mila follower: ha svelato gli aneddoti della sua esperienza di lavoro al Polo Sud e ha incuriosito i fan con racconti inediti, tra temperature sotto i 77 gradi e il Natale celebrato a luglio. L’igiene personale, poi, è limitata: due docce calde a settimana e per massimo due minuti. Ne ha parlato la 32enne al DailyMail. Abituata al clima caldo di San Francisco, tempo fa ha detto “sì” ad una proposta di lavoro come coordinatrice presso la stazione di ricerca Amundsen-Scott, la base più vicina al Polo Sud.

In quest’aerea il sole sorge e tramonta per una sola volta l’anno. Lei ha vissuto il luogo dallo scorso novembre 2022 fino ai giorni nostri, un anno intero, sperimentando le varie fasi dello stesso. La prima osservazione è per il freddo perenne e per la mancata luce solare. Sono le due cose che si notano immediatamente all’impatto: “Qui è buio per 24 ore al giorno”. Condizioni estreme che l’hanno resa la 261esima donna in grado di assistere al “buio perpetuo” dei mesi invernali compresi tra maggio e agosto. Oggi si dice sorpresa della risposta del suo corpo, adattatosi a certe temperature proibitive, la cui massima sperimentata è di “-41 gradi, con un vento di -65 nell’ultimo periodo di giugno”.

Le altre ostilità del luogo

Non ci sono solo il clima e il buio come nemici giurati del luogo: tra le ostilità riscontrate, anche quella di vivere a quasi 3mila metri d’altezza: “Mi ci è voluto almeno una settimana – ad abituarsi (ndr) -, e anche solo salire una rampa di scale può farti rimanere senza fiato. Poi, l’altitudine-pressione cambia, quindi magari ti addormenti a 3000 metri e ti risvegli a 3500. Sembra quasi di vivere in una navicella spaziale”. Il concetto di lavoro cambia giocoforza, date le condizioni ostili del luogo. “Abbiamo vissuto e lavorato tutti insieme nello stesso edificio, quindi mentre nella vita di tutti i giorni quando finisci il turno torni a casa, al Polo Sud non è così”.

I sei mesi di buio tolgono la lucidità: “Non siamo lucidi come quando siamo arrivati, o come saremmo se fossimo rimasti a casa. Anche dopo una settimana dalla partenza ho difficoltà a processare nei giusti tempi alcune comunicazioni basilari. L’altro giorno ho ordinato del tè al bar e ho dovuto chiedere alla cameriera di ripetere tre volte perché non riuscivo a capire cosa mi stesse dicendo”. Disorientamento, a tratti stordimento, adattarsi non è una prassi semplicissima. Ad attirare maggiore curiosità, però, è la cura dell’igiene personale. “Al Polo Sud puoi permetterti al massimo due minuti, due volte a settimana, quindi tornare nel “mondo reale” e crogiolarmi sotto l’acqua calda è stato incredibile”.

Il Natale al Polo Sud

Vicini al festeggiamento del Natale, afferma che la festività al Polo Sud si celebra a luglio e attraverso una corsa, denominata “Race Around the World” proprio per il percorso caratteristico e incredibile previsto. “Si tratta di un percorso che si estende intorno al Polo Sud geografico così che i partecipanti finiscono effettivamente per correre “intorno al mondo”, attraversando tutti e 24 i fusi orari. Alcuni la prendono sul serio, altri si vestono in maniera simpatica, con costumi e tutine”.

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