Il procuratore Mazzeo commenta la condanna a 17 anni di reclusione del gioielliere Mario Roggero per aver ucciso i ladri che gli avevano rapinato il negozio. Intanto il commerciante dovrà risarcire i parenti delle vittime

Il procuratore Biagio Mazzeo, insieme al pm Davide Greco, ha ottenuto una condanna per 17 anni di reclusione per Mario Roggero, il gioielliere che nel 2021, a Grinzane Cavour, uccise i due ladri che lo avevano rapinato nel suo negozio, armati di pistole giocattolo.

A incastrare il gioielliere è stato il filmato delle telecamere di videosorveglianza fornito dallo stesso Roggero. Il particolare più difficile da giudicare, tuttavia, è stato proprio il gesto ultimo dell’uomo, e la sua capacità di intendere e volere. E se si fosse verificato, in tale circostanza, un reale pericolo che potesse giustificare un “atto di difesa” in una maniera così cruenta.

Il processo è andato avanti a lungo, per comprendere se in quei precisi e concitati attimi l’uomo fosse in uno stato psichico alterato. O se fosse completamente lucido nel freddare i due rapinatori con una pistola di cui, tra l’altro, era sprovvisto del porto d’armi.

Dunque, Mario Roggero è stato accusato, oltre al porto illegale d’arma da fuoco, di omicidio doloso plurimo e tentato omicidio di un terzo rapinatore rimasto ferito nella sparatoria. E al termine delle indagine è stato condannato a scontare 17 anni di prigione, visto che non sussiste una legittima difesa.

Gli sono state riconosciute, inoltre, solamente le attenuanti generiche e per aver reagito a una provocazione. Nel corso di un’intervista al Corriere di Torino, il procuratore di Asti Biagio Mazzeo, ha raccontato i momenti più eclatanti del lungo processo. Per quanto gli riguarda, il gioielliere ha sparato a sangue freddo ai rapinatori quando per lui non c’era più alcun pericolo.

Le dichiarazioni del procuratore

“Stavolta è stato l’imputato a servirci le prove su un piatto d’argento, il video. Le telecamere erano sue. Chiunque le abbia viste ha avuto una reazione di repulsione, per quel che è avvenuto: persone rincorse e abbattute in quel modo. Agghiacciante” ha detto nell’intervista in procuratore, che si è detto molto sorpreso soprattuto del mancato pentimento dell’uomo. “Sembra non abbia preso piena consapevolezza di quel che è successo. Insomma, non c’è stata una riflessione critica, anche solo minima. Niente. In questo caso siamo completamente al di fuori del caso della legittima difesa”. Ha riferito Mazzeo.

Ha poi aggiunto: “Dal punto psicologico è possibile che una persona maturi una certa voglia di rivalsa, e lo capirei, ma non è ovviamente una giustificazione. E non lo giustifico. Non provo mai piacere quando una persona viene condannata, al massimo ci può essere soddisfazione se il nostro lavoro è stato fatto bene. Dopodiché, resta una vicenda triste, pensare che una persona, se la sentenza verrà confermata nei prossimi gradi, dovrà scontare il carcere. Ma noi dobbiamo applicare la legge, e mettere l’aspetto emotivo da parte. Se la Procura e la corte d’Assise, composta anche da giudici popolari, l’ha condannato, forse qualche domanda dovrebbe farsela.”

Le parole di Roggero

Dopo l’emissione di condanna Mario Roggero commenta a Libero tutto il suo disappunto per come si è evoluta la vicenda. Specialmente per il fatto che ora oltre a scontare la sua pena dovrà anche risarcire i parenti delle vittime. “Io non ho un soldo. Non ho niente. Ho due mutui ipotecari sulla casa. Ho versato già 300 mila euro, quelli erano i due alloggi di mia madre. E mi sono indebitato con le banche di altri 300 mila. Avevano chiesto quasi tre milioni, per la precisione: 2 milioni e 885 mila euro. Ma lei si rende conto in che Stato viviamo? Il rapinatore può chiedere il risarcimento del danno: follia. Anche perché che avrei dovuto fare in quegli attimi? Non avevo alternativa.”

“Mi hanno massacrato di botte, mi hanno spaccato tre costole, il naso. Leso una spalla che ho dovuto far operare spendendo 12 mila euro. E sa quanto mi hanno dato di risarcimento? Io avevo diritto a 85 mila euro e mia figlia a 12 mila. Mi hanno versato 100 euro in due tranche.”

Poi torna a sottolineare la legittima difesa del suo atto. “Quando i banditi sono usciti di corsa, Laura, mia figlia, era legata ma io non vedevo mia moglie. Loro sono saliti in auto e io ho visto che uno aveva ancora la pistola in mano. Il primo colpo l’ho sparato contro lo specchietto retrovisore. Il mio obiettivo era quello. Volevo fermare la macchina. Però non riuscivo a vedere. E se ci fosse stata mia moglie lì dentro? Ho visto Spinelli che stava salendo in auto e mi puntava ancora la pistola. Così gli ho sparato nelle gambe, ma lui è alto, l’ho preso sopra l’anca.”

“Fra cinque mesi faccio 70 anni, capisce, 70. Settant’anni e dopo aver lavorato una vita, sono cinquant’anni che lavoro, io e mia moglie abbiamo vissuto qua dentro, ho 4 figlie, 8 nipoti, sempre lavorato, pagato le tasse, ecco a 70 anni la mia prospettiva è di andare dentro fino a 90? Qui siamo pazzi. C’è qualcosa che non quadra.”

La sensazione di Roggero è che questo sia per lui un momento drammatico, “tutto questo ha rovinato la vita non solo mia, ma anche quella di mia moglie, delle mie figlie. Una figlia che lavorava con noi, ha smesso perché ha paura anche a entrare in negozio, i miei nipoti non vengono nemmeno più a trovarci. E aspetti: dopo la rapina del 2021 altre 4 spaccate a casa, oltre alle 10 precedenti in negozio. Io non ne posso più. E la giustizia protegge i delinquenti.”

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